La persecuzione e lo sterminio di migliaia di omosessuali, uomini e donne. Ritenuti un pericolo per la società e per la “purezza della razza”. Castrati, evirati, sottoposti a vergognose torture nei lager nazisti. Per non dimenticare questo abominio nell’abominio – ricalcando il manifesto esposto ieri sera, all’Isola Pedonale – l’arcigay Le Bigotte di Foggia ha organizzato, insieme con Amnesty, Libera , Agedo e Gadd, un flash-mob sull’omocausto.
BUONA LA PRIMA. Un’ottima risposta da parte dei cittadini foggiani, un momento toccante, emozionante, come sottolineato da Luigi Lioce, membro del comitato arcigay foggiano e naturalmente presente alla manifestazione di ieri, domenica 27 gennaio, in pieno centro cittadino: “Questa è la nostra prima uscita pubblica – ha aggiunto Luigi – e quando si sono accese le candele, alle 18.30, in pieno passeggio pedonale, è stato molto emozionante”. Un primo seme gettato insomma, cercando di sensibilizzare la cittadinanza non solo raccontando una delle pagine più atroci della storia dell’umanità – insieme con gli omosessuali e con gli ebrei, va ricordato, vennero deportati e uccisi anche dissidenti politici, persone affette da handicap, rom, prostitute e altri deboli della società – ma anche su un tema, quello del rispetto della diversità sessuale, ancora di là dal pieno riconoscimento pubblico.
“GENTE TRA LA GENTE”. Il manifesto, aperto e lasciato sotto gli occhi dei foggiani, ha avuto la sua efficacia: molti si sono fermati, hanno letto, condiviso più o meno apertamente. Qualcuno ha frainteso, com’era facile supporre, ritenendo l’iniziativa un mezzo per “convertire” le persone a cambiare il proprio orientamento sessuale – l’espressione è buffa, non v’è dubbio, ma non è lontana da altre ancor più grottesche utilizzate dalle alte schiere politiche e religiose, perlopiù cattoliche: cosa che deve far pensare e molto sull’urgenza di simili manifestazioni.
Ad ogni modo, i membri de “Le Bigotte” hanno spiegato, a chi ha domandato, il senso della loro presenza e, soprattutto, il motivo che li ha portati ad accendere alcune candele su una strada pedonale altamente trafficata (come si vede nelle foto di Michele Sepalone). Una prima uscita, insomma, andata a buon fine, cui, si spera, seguiranno nuove iniziative, da fare sempre all’aria aperta: “gente tra le gente”, proprio come ha detto qualcuno durante il flash-mob.