Tolgono coperte e materassi ai poveri ma li
lasciano nelle strade insicure e sporche
Nei giorni scorsi, con toni entusiastici, è stata presentata l'Operazione anti degrado nella zona del Quartiere Ferrovia, con la sottrazione di un materasso a un senza fissa dimora. Un trionfalismo e un'orgogliosa rivendicazione che non ha lasciato indifferente la redazione di Foglio di Via, giornale di strada e partner di Foggia Città Aperta. Da qui sono nati un intenso editoriale e un focus sul tema (che riportiamo qui di seguito), a firma Emiliano Moccia, che vedranno la luce sul prossimo numero del giornale, a breve disponibile gratuitamente in giro per la città. Una condivisibile presa di posizione, ma anche il resoconto di un tavolo con la nuova dirigente alle Politiche Sociali che ha già mostrato una sensibilità differente e più inclusiva.
L'ARTICOLO DI FOGLIO DI VIA. Quando Marian si è visto sfilare il materasso in cui dormiva la notte, non si è perso d’animo. Certo, quel logoro giaciglio posto sotto i portici di fronte alla stazione di Foggia gli faceva comodo, era diventato in qualche modo la sua casa, ma non si è scoraggiato. Roba di qualche giorno e un nuovo materasso ha preso il posto di quello vecchio. E così per gli altri senza dimora a cui nel periodo di freddo è stata dichiarata guerra per ripristinare ordine e legalità nel quartiere ferrovia. Perché i materassi e le coperte sequestrati ai clochard dagli Agenti della Polizia Locale e smaltiti da Amiu (quindi esiste ancora) rappresentavano un pericolo concreto per il decoro e la sicurezza della città. Mentre venivano e vengono tollerati tutti quei materassi buttati e accatastati dagli incivili di casa nostra nei pressi dei bidoni della spazzatura. Solo che i primi erano i materassi dei senza dimora, di tutte quelle persone – italiane e migranti – che per i motivi più diversi sfuggono dai circuiti dell’accoglienza o che non trovano posto nei dormitori. Perché seppur insediati da agosto 2021, a nessuno dei tre commissari prefettizi in questi anni è venuto in mente di programmare il cosiddetto Piano di Emergenza Freddo, con l’obiettivo di ampliare il numero dei posti letto per i senza dimora nei mesi che tradizionalmente vanno da novembre a marzo.
LA SOLITA MANCANZA. E’ evidente: che tu sia sindaco o commissario prefettizio, poco importa. Coltivi un problema insanabile con le parole che danno senso e sostanza al Piano di Emergenza Freddo. Non esisteva con i vari Sindaci che si sono succeduti in tutti questi anni, non esiste nemmeno con i commissari chiamati ad amministrare la nostra città dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Eppure, da oltre un anno è attivo un servizio importante come quello del Pronto Intervento Sociale che mette a disposizione 11 posti letto per uomini e 5 per donne. Il lavoro di accoglienza che fanno al PIS attivato dai Servizi Sociali è vitale, importante, prezioso. Ma i numeri d’inverno sono insufficienti.
IL B&B. E così, per il terzo anno consecutivo, grazie all’immancabile sostegno della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia stiamo accoglienza alcuni senza dimora in un B&B che si è messo a disposizione. Oltre 26 persone accolte fino a questo momento dal mese di ottobre. Mamme con bambini, italiani, ucraini, migranti. Se intercettiamo qualcuno che non sa dove dormire o ci viene segnalato proviamo a capire come fare per accoglierlo. In pratica, svolgiamo funzione di Piano di Emergenza Freddo. Ma non è sano, non è normale che lo facciano dei volontari con famiglie, lavoro, impegni e magari anche acciacchi di salute. Non è normale che a Foggia dai piani alti sia sfuggito ancora una volta un intervento del genere.
IL RUOLO DEL PIS. Finalmente, però, è cambiato qualcosa. Ma non per merito dei commissari e della vecchia dirigenza dei Servizi Sociali. La differenza, come sempre la fanno le persone. Insediata da pochissimo, la nuova dirigente dei Servizi Sociali, Serafina Croce, ha convocato una riunione tra le varie realtà che accolgono i senza dimora. Un modo per innescare una rete, affidando la cabina di regia del Piano Freddo all’equipe del PIS che nelle settimane in cui le temperature sono più rigide, potrà contare su alcuni posti letto messi a disposizione dalla Casa di Accoglienza “Santa Elisabetta d’Ungheria” della chiesa di Gesù e Maria, dalla Cattedrale di Foggia, dalle stanze del nostro b&b, da San Pio X e dalla Caritas diocesana. Per la dirigente Croce serve «un cambiamento culturale» su questo settore e la volontà è quella di partire adesso per mettere in piedi un sistema strutturato che fa capo al PIS, contando sul mondo del volontariato e delle parrocchie, che porti ad immaginare nei tempi giusti la programmazione di un vero Piano Freddo per la prossima stagione. Sarebbe davvero una svolta epocale. Per questo, lo ribadiamo, la differenza la fanno le persone, perché chi ha occupato quel posto in questi anni – e sono stati tanti, di cui alcuni anche condannati per l’attribuzione arbitraria di compensi a loro favore – non ha mai incontrato le realtà che si occupano di povertà.
IL CASO FOGGIA. La perfezione non esiste, è vero, ma a Foggia ne abusano un po’ troppo quando si tratta di attivarsi per un Piano di Emergenza Freddo. Per questo, se nel 2023 siamo pronti a togliere un materasso ad un senza dimora per rivendicare il ripristino della sicurezza e della legalità nel Quartiere Ferrovia, allora c'è qualcosa che non va. Forse quei materassi vanno dati e non tolti. Forse a quei materassi va aggiunto anche un tetto sulla testa. Almeno nei mesi più freddi. Ed invece stiamo a ripetere sempre le stesse cose, ogni anno. Prendi nota, che tu sia un sindaco o un commissario prefettizio.
Emiliano Moccia
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