Operazione "100 e frode", 21 indagati per gli esami con "l'aiutino". L'Unifg: "Tutelare gli altri studenti"
L’hanno ribattezzata “100 e frode”. E’ l’operazione, nell’ambito di due
procedimenti penali istruiti presso la Procura della Repubblica di Foggia, che
ha portato alla notifica di avvio delle conclusioni di indagini nei confronti
di 21 persone. L’accusa è per vari reati di falso
ideologico e falsa attribuzione di lavori altrui in esami o concorsi pubblici.
LE
INDAGINI. In particolare – spiegano dalla Guardia di Finanza - l’attività
investigativa nasce dalla scoperta, fatta nel corso di altre indagini,
dell’esistenza di due studenti che avevano superato alcune prove d’esame, sia
scritte che orali, presso la Facoltà di Economia dell’Università di Foggia,
utilizzando fraudolentemente apparecchiature elettroniche mediante le quali
avevano ricevuto le soluzioni ai quesiti d’esame da altri complici con i quali
erano in contatto. I due studenti, infatti – è la ricostruzione della Guardia
di Finanza -, durante le prove orali, avevano utilizzato un kit tecnologico
costituito da uno smartphone collegato ad un auricolare wireless attraverso il
quale le domande formulate dai docenti venivano ripetute telefonicamente ai
“suggeritori” che prontamente fornivano le relative risposte. Nel corso delle prove scritte, invece, il
predetto kit era stato integrato con un ulteriore smartphone attraverso il
quale le tracce dei compiti venivano fotografate e trasmesse, mediante
l’applicazione “WhatsApp”, ai suddetti “suggeritori”.
LA RICOSTRUZIONE. “Il prosieguo delle
indagini, svolte anche con intercettazioni telefoniche, ambientali e
audiovideo, pedinamenti, osservazioni discrete in aula, acquisizioni di
documenti, ha non solo confermato le attività fraudolente dei primi indagati –
sottolineano dalla Finanza - ma portato allo scoperto un sistema di superamento
di esami universitari abbastanza diffuso in quella facoltà. Numerosi sono stati
infatti, gli episodi analoghi accertati, che hanno portato all’accensione di un
secondo fascicolo di indagini. All’esito investigativo, in particolare, oltre a
due donne, ‘Solutrici’ esterne già incontrate nella prima indagine, sono stati segnalati tredici studenti iscritti
alla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Foggia, i quali hanno
superato fraudolentemente alcuni esami scritti, ricorrendo all’aiuto esterno
delle citate “suggeritrici”; queste ultime, dopo aver ricevuto dagli studenti
le foto delle tracce d’esame mediante l’applicazione di messaggistica
“WhatsApp”, hanno risolto i quesiti e hanno inviato le soluzioni agli stessi
studenti, utilizzando la medesima applicazione informatica per smartphone”.
IL
CONSULENTE. Tra gli indagati anche un consulente del lavoro che si sarebbe
prestato a certificare false attestazioni di tirocinio pratico, richieste
dall’Università, a favore di una studentessa. Un altro è un medico pubblico che
avrebbe certificato una falsa prenotazione di visita specialistica per il
figlio, studente tra quelli indagati dalla Procura.
LA REPLICA DELL’UNIVERSITA’.
In relazione all'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, l'Università di
Foggia tiene a precisare che metterà a disposizione degli organi inquirenti
tutte le informazioni e le documentazioni di cui dispone, riservandosi ogni
consequenziale azione che sarà decisa dagli organi collegiali dell'Ateneo, al
fine di tutelare i sacrifici degli altri studenti dell'Università di Foggia.
</span>
Contenuto sponsorizzato
COMMENTI
Regolamento
Come partecipare alla discussione
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.