"Questi sono pochi, mi devi altri 1500": presunte tangenti al Comune, le intercettazioni
Intercettazioni telefoniche e
ambientali, mirate indagini finanziarie, disamina dei tabulati telefonici e dei
dati estrapolati dagli smartphone di
alcuni indagati nonché della documentazione amministrativo-contabile acquisita
presso il Comune di Foggia. Sono queste le attività condotte dalla Guardia
di Finanza di Bari, nell’ambito dell’Operazione ‘Nuvola d’oro’ coordinata dalla
Procura di Foggia, che ha portato all’arresto di quattro persone, tra cui il
consigliere comunale Bruno Longo, il medico in pensione Antonio Apicella, l’imprenditore
Luigi Panniello e il funzionario Antonio Parente. (Leggi: Tangenti al Comune di Foggia, Bruno Longo ai domiciliari) Guarda il video con le intercettazioni
LE INDAGINI. In particolare, nel corso delle
articolate attività investigative, è emerso che i quattro attinti dalla misura
cautelare avrebbero indotto il rappresentante legale di una s.r.l. con sede a
Campobasso, esercente l’attività di servizi connessi alle tecnologie
informatiche, a consegnare loro denaro per un importo di circa 35.000 euro in
tre tranche, nel 2018-2019, quale
contropartita del pagamento di tre fatture emesse dalla sua società nei
confronti del Comune di Foggia. Nello specifico, l’imprenditore molisano si è
determinato in tal senso, pur di vedersi saldate talune prestazioni rese al
Comune di Foggia, in relazione a un appalto per il servizio informatico di
archiviazione dati, che si era aggiudicato nel marzo 2017, avente durata
annuale e successivamente prorogato per altri 18 mesi (per un valore
complessivo di circa 371.000 euro).
L’ESTORSIONE. Tra
l’altro, secondo il G.I.P. del Tribunale di Foggia, i destinatari della misura
- tutti collegati in vario modo all’Amministrazione comunale - “progettavano di continuare nella loro
attività estorsiva nei confronti dell’imprenditore molisano o di altra persona
meno refrattaria del primo a consegnare il denaro”.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.