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Ora è il “Palazzetto dell’Arte Andrea Pazienza”

Scoperta la targa che ricorda l’artista. Il commento della mamma: "Andrea sta bene qui"

E’ stata svelata ieri la targa commemorativa, omaggio dell’artista Domenico Carella, apposta all’ingresso del Palazzetto dell’Arte, ora intitolato al fumettista Andrea Pazienza. A fare gli onori di casa alla cerimonia  Gloria Fazia, Peppino D’Urso e il sindaco Gianni Mongelli con ospiti d’onore la signora Giuliana, mamma di Andrea e Michele Ginevra, cofondatore e curatore del Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona.

LA CERIMONIA. Tanta gente, ma pochi giovani, per ricordare l’artista, sanseverese di adozione, scomparso quasi trent’anni fa. Dopo l’introduzione e i complimenti della Fazia, il sindaco Mongelli ha letto e mostrato orgoglioso – alla signora Giuliana - la delibera con la quale, con parole di stima verso l’artista, è stata presa la decisione di intitolare la struttura al fumettista prematuramente scomparso. Peppino D’Urso ci ha tenuto a sottolineare l’impegno di chi ha fortemente voluto e promosso questa intitolazione: “Il primo a lanciare questa idea fu Salvatore Speranza, lamentando su Facebook che solo a Foggia non vi fosse un luogo ad omaggiare Andrea Pazienza. Poi è arrivata la richiesta formale di alcuni privati e associazioni e con l’amministrazione ci siamo subito dati da fare per trovare il luogo più idoneo e crediamo di esserci riusciti”.

IL RICORDO DELLA MAMMA. “Sono contenta di essere qui oggi, Andrea ci sta bene in questo posto”, ha esordito così, visibilmente emozionata, la mamma Giuliana che ha poi ripercorso tra commozione e dolce ironia l’infanzia del figlio, come quando ha ammesso di non conoscere tutte le esperienze fatte dal figlio e di non volerle conoscere, rivolgendo un sorriso affettuoso a due degli amici storici di Andrea presenti in sala. “Mio figlio è nato con la matita in mano, ha cominciato a disegnare prima che a parlare e lui oggi è quello che è perché è stato profetico, attuale. Con le sue opere ha parlato ai giovani di allora come a quelli di oggi. Profetico lo fu anche nella tragedia, – ha proseguito la signora Giuliana - quando a soli 12 anni dipinse un quadro, che conservo gelosamente, dove rappresentava nei dettagli il suo funerale, compresi i corvi e gli avvoltoi a coprirne il cielo".

LA PESANTE EREDITA'. Da Pazienza a Paz, con l’intervento di Michele Ginevra si passa dall’uomo all’artista, non prima di una premessa intelligente quanto doverosa: “Portare il nome di Andrea (centro fumetto di Cremona, ndr) è per noi una grossa responsabilità. Ogni volta che organizziamo qualcosa a suo nome, raccogliamo consensi e presenze da ogni fascia d’età. Noi, dal canto nostro, cerchiamo di far vivere quotidianamente il nostro centro attraverso attività concrete, mostre, convegni, laboratori. Questo – prosegue Ginevra -  è l’augurio che faccio a questo Palazzetto, qui ci possono essere premesse importanti ma bisogna creare sinergie e condizioni affinchè questa giornata non rimanga solo una bella cerimonia ma segni l’avvio di tante nuove attività”.

LE RISATE E GLI ANEDDOTI. Poi, spazio alle slide che offrono tavole del Paz e altro raro materiale da collezionisti. E tra sguardi stupiti e le risate del pubblico scorrono le letture dei fumetti di Pentothal, Zanardi, Pompeo fino alle copertine di riviste e a ‘Pertini’, l'albo che valse a Pazienza un'invito a cena del presidente Pertini al Quirinale (mai concretizzato). “Andrea sin dai primissimi esordi dava l’idea di cosa sarebbe diventato, - spiega Ginevra - i suoi disegni all’inizio erano quelli di uno bravo e promettente, ma la regia e il montaggio con i quali li assemblava erano quelli di un veterano. E tutto questo senza aver appreso da nessuno la tecnica, che lui finì per superare, infrangendone le regole come solo un genio può fare. Arrivò a proporre delle tavole complesse come organizzazione strutturale ma di facile lettura, qui è la sua maestrìa”. Ginevra ha poi concluso sottolineando il genio poliedrico del fumettista: “Andrea non era solo un bravo disegnatore, dipingeva, aveva una grande abilità come autore satirico e un grandissimo talento per la scrittura, i suoi testi sono di una profondità e genialità sorprendente”. Ecco perchè ora arriva il punto più difficile: il Palazzetto dell'arte Andrea Pazienza va fatto vivere, attraverso laboratori, workshop, seminari, incontri, proprio all'insegna della maestrìa del Paz. 

di Redazione 


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