Ora la provincia di Foggia ha il suo Centro per l'Autismo
A Lucera il team Asl specializzato per l'età evolutiva e per l'adulto. Servizio gratis e ampliamento dell'organico con la formazione
È stato intitolato ad Alberto Lepore, eccellente neuropsichiatra della Asl Foggia scomparso prematuramente, il primo Centro territoriale per l’Autismo della Capitanata. Inaugurato questa mattina nel plesso “Lastaria” di Lucera, il Cat nasce in ottemperanza al Regolamento regionale con cui vengono definiti, in via sperimentale, i requisiti della “Rete assistenziale territoriale sanitaria e sociosanitaria per i Disturbi dello Spettro autistico” e stabiliti i criteri per l'organizzazione della rete e il fabbisogno di strutture per la Puglia. All'inaugurazione hanno partecipato il direttore generale della Asl Foggia, Vito Piazzolla, il direttore del Dipartimento di Salute mentale, Antonello Bellomo, e la responsabile dell’unità operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza, Albacenzina Borelli.
"OBBLIGO AMMINISTRATIVO E RISPOSTA AD UN BISOGNO". “Abbiamo fatto uno sforzo notevole – ha commentato Piazzolla - in un momento di generale contrazione delle risorse. Ma era un nostro dovere. Questo non è solo un obbligo amministrativo e burocratico. È la risposta ad un preciso bisogno che noi intendiamo soddisfare al meglio”.
Afferente al Dipartimento di Salute mentale, il Centro si avvale della professionalità di una équipe dedicata all’età evolutiva, e una all’autismo dell’adulto.
L'EQUIPE. Nella fase iniziale è stato previsto, per il suo funzionamento, l’impiego di due neuropsichiatri infantili, uno psichiatra, due psicologi, un assistente sociale, un terapista della neuromotricità, un logopedista, un educatore professionale e due infermieri. L’Area Gestione del Personale continua ad espletare tutte le procedure necessarie per il reperimento del personale restante.
FORMAZIONE E AMPLIAMENTO DELL'ORGANICO. “L’Azienda – ha spiegato Bellomo - sta avendo grandi difficoltà a completare l’organico. In Puglia, infatti, c’è solo una Scuola di specializzazione in Neuropsichiatria infantile, per cui è molto difficile reperire specialisti in questa disciplina. Abbiamo deciso, tuttavia, che questo non doveva fermarci e abbiamo avviato le attività”. Per espressa volontà della direzione generale, il Cat, nato per fare diagnosi e cura, amplierà, intanto, il servizio assicurando anche attività formativa. Si occuperà, infatti, di preparare professionisti specializzati al trattamento e alla presa in carico dei pazienti, non solo in età evolutiva, ma anche adulta. Campo, quest’ultimo, in cui la formazione è ancora carente.
Per il personale coinvolto sono previsti idonei percorsi formativi attraverso corsi tecnico-pratici mirati.
L'ACCESSO AL SERVIZIO DEL CENTRO. Al Centro si accede attraverso segnalazione dei Centri di Salute mentale e degli ambulatori del Servizio di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'adolescenza, con impegnativa del medico curante autorizzata presso il Cup.
Dopo la presa in carico (attraverso la stesura di un progetto terapeutico-riabilitativo), le prestazioni sono gratuite e gli appuntamenti vengono fissati direttamente dagli operatori senza alcuna ulteriore necessità di prenotare presso i Cup. Poiché il disturbo di spettro è una condizione persistente in tutto il ciclo vitale, particolare attenzione sarà riservata alla continuità delle cure nel passaggio dall'età evolutiva all'età adulta, garantendo all'utenza una presa in carico nei servizi per gli adulti e il raccordo con le strutture riabilitative ubicate sul territorio. Gli interventi di assistenza saranno modulati in base ai livelli di complessità della patologia e di intensità di cura. Come da regolamento, si farà valutazione multi-professionale e psicodiagnostica, elaborazione del progetto abilitativo-riabilitativo, supporto educativo e psicologico alla coppia genitoriale, elaborazione del progetto socio-riabilitativo per l’età adulta, attivazione di consulenze specialistiche.
MEDICO-SOCIALE SUL TERRITORIO, CON L'AIUTO DELLE ASSOCIAZIONI. “Tutti gli inizi sono difficili – ha confermato Borelli - ma c’è, da parte nostra, la ferma volontà di implementare l’attività con l’aiuto di tutti”.
Il Centro si propone il compito di dar vita ad una forma di assistenza diffusa sul territorio per una presa in carico integrata, attraverso la collaborazione in rete con le associazioni degli utenti e dei familiari.
Il Dipartimento di Salute mentale si occuperà di fare un censimento delle realtà associative presenti sul territorio e, insieme al Cat, farà da raccordo inserendo, nel progetto terapeutico, proprio le attività che risulteranno consolidate.
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