Pubblicata l'ordinanza "anti movida": vale fino al 2 giugno, Landella "scarica" la responsabilità sui gestori dei locali
Dopo l’annuncio del primo cittadino, è stata pubblicata l’ordinanza “anti-movida” del sindaco di Foggia, Franco Landella. Un provvedimento a scadenza, tra l’inizio del weekend e il Ponte della Festa della Repubblica.
IL PROVVEDIMENTO. ”Su tutto il territorio comunale – si legge nell’ordinanza - è vietato il consumo all’aperto di alimenti e bevande in qualsiasi contenitore. Sono escluse dal divieto le aree all’aperto di pertinenza dei pubblici esercizi e degli esercizi commerciali limitatamente alle superfici autorizzate e purché venga assicurato, a cura dei gestori, il rigoroso rispetto delle linee guida regionali di cui all’Ordinanza del Presidente della Regione Puglia n. 237 del 17/05/2020. Il divieto vale dal 29 maggio 2020 al 2 giugno 2020 dalle ore 19:00 alle ore 06:00 del giorno successivo a ciascuna giornata”.
I DUBBI. L’ordinanza è, ormai evidente, nasce come risposta alle sollecitazioni ricevute dal primo cittadino, soprattutto sulla situazione creatasi a piazza Padre Pio. Ma così formulato, il provvedimento rischia di trasformarsi in un autogol per l’ambito legato agli assembramenti e scarica troppo la responsabilità sui gestori dei locali, costretti a improvvisarsi vigilantes. In sostanza non si potrà consumare per strada (una qualsiasi strada), ma l’alternativa a tornare a casa sarà quella di fermarsi nei pressi del locale, creando così un oggettivo (e legalizzato) assembramento. Io cliente ‘sarei’ autorizzato, anzi invogliato e incitato a rimanere nei pressi del locale, ma se dovesse aumentare il numero dei clienti, le forze dell’ordine potrebbero intervenire e multare il titolare del locale, perché io, cliente, non posso spostarmi di qualche metro pena una multa direttamente a mio carico. Non ci avete capito molto? Neanche noi. In sostanza, per evitare un assembramento (in strada) si finisce per legalizzare un assembramento (nei pressi del locale). Ma l’assembramento è illegale e quindi, a risponderne sarà il gestore.
GLI ORARI. Altro dubbio ‘anti-assembramento’ è quello legato agli orari. Il divieto vale dalle 19 alle 6, ma soprattutto domenica e martedì 2 giugno, entrambi giorni festivi, fare un pic-nic a Parco San Felice sarebbe concesso, fino alle sette del pomeriggio, con il rischio di creare un’altra situazione di affollamento, nuovamente legalizzato.
GLI SCAGLIOZZI. Ultima “perla” è quella legata a un controllo ‘alla lettera’ dell’ordinanza: il divieto di consumo all’aperto di alimenti e bevande fa sì che dalle 19 alle 6 di mattina chiunque sia passibile di sanzione, qualora venga sorpreso, anche se camminando in giro per la città e rispettando il distanziamento sociale, a bere anche solo acqua da una bottiglietta. Oppure, e questo sarebbe il delitto perfetto, se sorpreso a mangiare uno scagliozzo o un panzerotto per strada. I delatori da social possono già accendere lo smartphone: il nemico del weekend sarà fritto.
Aprire i locali ma non fare assembramento, non allontanarsi dal locale, addirittura non poter bere acqua per strada, ma il cervello vi funziona, o sta già in ferie? Attenti a non strozzarvi, altrimenti siete fritti.
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