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Ospedali Riuniti, focolai interni e contagi “sfuggiti”: la dura nota del sindacato

“Situazione di enorme difficoltà”

L’ANAAO Assomed riceve ormai quotidianamente numerose richieste di chiarimenti da parte dei propri iscritti sulle misure organizzative che l’Azienda sta mettendo in campo per rispondere all’attuale situazione emergenziale.

SICUREZZA, PIANO ORGANIZZATIVO, FOCOLAI. È la nota dell’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa della Dirigenza Medica e Sanitaria a livello nazionale e degli Ospedali Riuniti: un intervento piuttosto netto in cui traspare la mancanza di chiarimenti da parte dei vertici del Policlinico di Foggia che, a detta del sindacato, starebbero “ignorando sistematicamente le richieste, l’ultima delle quali in occasione dei recenti contagi nella struttura di Ginecologia”. Al centro della missiva diffusa a mezzo stampa ci sono, dunque, le condizioni di sicurezza lavorativa del personale, “in violazione delle norme contrattuali” – come si legge. Cui si aggiunge la grande preoccupazione dei dirigenti sanitari a causa del moltiplicarsi dei focolai di contagio da SARS-Cov2.

GRAVE SITUAZIONE IN GASTROENTEROLOGIA. “Siamo venuti a conoscenza tramite i nostri iscritti, salvo smentita – scrivono dal sindacato – della recente grave situazione verificatasi nella Struttura di Gastroenterologia: paziente con tampone inizialmente negativo (successivamente rivelatosi Covid positivo) che è rimasto ricoverato in reparto per circa 10 giorni, con lo sviluppo di un ‘cluster’ ospedaliero che ha già interessato (e la cosa sarebbe gravissima se confermata) almeno 16 operatori sanitari, oltre ad alcuni pazienti. Nonostante le segnalazioni inviate alla Direzione Sanitaria, questi ultimi sono rimasti ricoverati per giorni insieme ad altri pazienti Covid positivi giunti successivamente, in un reparto dove non esistono aree grigie, percorsi differenziati, ambienti per la vestizione-svestizione del personale, stanze a pressione negativa. Reparto che peraltro sembrerebbe prossimo, da quello che ci viene riferito informalmente, ad essere riconvertito in degenza per pazienti Covid”.

“COME SE IL COVID FOSSE ARRIVATO IERI”. Situazioni che, secondo la sigla sindacale che rappresenta la maggioranza dei lavoratori ospedalieri, sarebbero giustificate dall’emergenza in atto, “come se il SARS-Cov2 fosse arrivato tra noi ieri e non già nove mesi fa, con decine di pazienti che quotidianamente stazionano, in attesa di ricovero presso reparti specialistici, negli ambienti del Pronto Soccorso, il cui personale è sottoposto ad un impegno sempre più gravoso e rischioso”.

CASI DI CONTAGIO AL PRONTO SOCCORSO. “Vano – si legge ancora – sembra il tentativo di mantenere una separazione tra percorsi sporchi e puliti, con l’attuale situazione epidemiologica. Tanto che viene, peraltro, riferita la presenza di diversi casi di contagio anche tra gli operatori del Pronto Soccorso. Casi che si aggiungono ai recenti focolai che hanno interessato diverse strutture compresa la Rianimazione Covid ovvero quella dove è maggiore l’uso di DPI di secondo livello”.

CHE FINE HA FATTO IL “FARAONICO” DEU?. “Nel frattempo, mentre si va alla disperata ricerca di spazi e posti letto in quella che appare come ordinaria improvvisazione – si legge infine – si attendono notizie della faraonica struttura del nuovo DEU, Dipartimento Emergenza-Urgenza, dichiarata ormai pronta già a gennaio scorso in occasione dei famosi ‘4 passi’ con il Governatore della Regione Puglia e che ad oggi, per ragioni che ci sono ignote e nonostante la grave situazione emergenziale, non è ancora entrata in funzione”. Uno scenario definito di “enorme difficoltà” in cui, assicurano dal sindacato, malgrado la distanza che si è creata tra amministrazione e personale, si continuerà a garantire il diritto alla cura dei pazienti, Covid e non Covid.

di Redazione 


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