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Ottanta anni al servizio della comunità, la festa degli scout del Foggia 1

C’è chi ha percorso più di 800 chilometri per non mancare all’appuntamento, rivedere vecchi amici e rivivere le emozioni di indossare il fazzolettone scout rosso-blu e vivere una giornata al campo. Perché il fine settimana che ha animato l’Opera San Michele di Foggia è di quelli che non si dimenticano, che lasciano tracce. Come quelle lasciate in questi primi 80 anni di attività dai passi di tanti educatori, ragazzi e ragazze che hanno camminato nel gruppo Agesci Foggia 1 della parrocchia San Michele Arcangelo. Voci, testimonianze, ricordi, fotografie, filmati, volti. Una due giorni - quella di sabato 24 e domenica 25 maggio 2025 – che ha coinvolto centinaia di scout, vecchie e nuove generazioni a confronto, con lo sguardo ben puntato sul futuro. «Un futuro che deve mettere al centro speranza, pace, amicizia» ha ricordato padre Giuseppe Rainone, assistente ecclesiastico del gruppo, durante l’omelia della messa celebrata nel cortile dell’oratorio.

LA STORIA. Quella del Foggia 1 è una storia che parte da lontano, che mette insieme dolore e rinascita, speranza e determinazione. Un percorso iniziato nel lontano 1943, quando Louis Salvatore Libutti, un sottufficiale italo americano che dopo i bombardamenti fu di stanza all’aeroporto Tortorella di Foggia, iniziò ad animare numerose iniziative presso l’Opera San Michele in favore soprattutto dei bambini. Nel corso delle sue iniziative Libutti fu aiutato, in particolare, da due giovani: Pellegrino Graziani, che dopo aver contribuito alla Liberazione come partigiano sarebbe diventato sindaco di Foggia nel 1972, e Mario Fasano, docente, che dopo la Seconda Guerra Mondiale tra il 1944 e il 1945 organizzarono all’Opera San Michele, insieme a padre Natale Pelliccioni, don Mario Canova, Giuseppe Colavincenzo e altri giovani, il primo reparto scout.

IL GRUPPO. Da quel primo reparto intitolato ad Alfonso Cucci – un ragazzo che frequentava attivamente l’Opera San Michele morto durante i bombardamenti del 1943 (ieri erano presenti anche i familiari) – ha preso vita una comunità lunga 80 anni. Un cammino al servizio della comunità foggiana, che in tutti questi anni ha contribuito alla formazione educativa e alla crescita di centinaia di ragazzi e ragazze che hanno fatto parte dell’associazione e che ne hanno condiviso i valori. Lo hanno dimostrato i tanti scout – anziani, adulti, giovani – che in questa due giorni hanno condiviso le iniziative organizzate dal gruppo del Foggia 1 per festeggiare questo importante appuntamento. Sono arrivati da lontano, qualcuno ha percorso più di 800 chilometri pur di riabbracciare i vecchi amici con cui ha condiviso notti in tenda, fuochi di bivacco, avventure meravigliose ed indimenticabili. Risate, tante, come gli aneddoti che sono stati raccontati dagli scout più grandi.

LE SFIDE EDUCATIVE. Molto intense anche le riflessioni degli educatori che in questi anni si sono succeduti alla guida di ragazzi e ragazze nel loro percorso di crescita. Perché le sfide educative possono cambiare a seconda dei periodi storici che si vivono, ma la proposta educativa e formativa dell’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani è sempre attuale. Lo ha ricordato bene anche la professoressa Barbara De Serio, direttrice del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, che ha posto in evidenza come il metodo scout accetta le sfide dei tempi moderni, delle relazioni virtuali, delle iperconnessioni attraverso punti cardine come avventura, servizio, manualità, relazioni reali.

LA FESTA PER GLI 80 ANNI. Per celebrare nel migliore dei modi l’importante traguardo degli 80 anni di attività del Foggia 1, quindi, l’associazione ha organizzato due appuntamenti. Quello di sabato nella Sala della Ruota di Palazzo Dogana con il convegno “Ho tanta voglia di sognare ancora”. Tra i vari interventi, le testimonianze di diversi capi scout che nel corso degli anni hanno prestato servizio nel gruppo del Foggia 1, di monsignor Giorgio Ferretti, arcivescovo della diocesi Foggia-Bovino, Serafina Fusilli e Francesco Scopece, responsabili della Zona Daunia. Un’iniziativa resa possibile anche grazie al contributo del Rotary Club Foggia – Distretto 2120, e dalle diverse attività di autofinanziamento promosse dal gruppo. Bella anche la partecipazione di diversi gruppi Agesci come il Foggia 10, il Manfredonia o gli Scout d'Europa di Foggia, che hanno fatto sentire la loro vicinanza durante la giornata di festa.

UNA GIORNATA AL CAMPO. Per tutta la giornata di domenica, invece, gli spazi dell’Opera San Michele sono stati aperti per far vivere “Una giornata al campo”, con giochi, tradizioni e la stanza dei ricordi. Ė stato un lungo momento in cui tutti i partecipanti si sono potuti immergere nelle attività tipiche dello scoutismo, a partire dall’alzabandiera e dal coinvolgimento di ciascuno dei presenti che ha potuto ricordare sestiglia, squadriglia, ruolo all’interno del gruppo scout Foggia 1. Molto partecipati anche il concerto della band scouts “I taps” ed il dj set a cura dei giovani del clan. Un’occasione, quindi, per intrecciare passato e presente, per ribadire la bellezza dei valori scout che passano per l’amore per la natura, per l’avventura, per la vita all’aria aperta, per la riscoperta della manualità, per il servizio verso gli altri. Lupetti/coccinelle, esploratori/guide, rover/scolte e comunità capi seguono le loro attività, ciascuno in base all’età della propria branca, ma sempre con la consapevolezza di essere cittadine e cittadini attivi e responsabili, di agire nel rispetto dell’ambiente, di aiutare gli altri in ogni circostanza e di promuovere azioni per un futuro migliore per la propria comunità. Come dimostra la storia degli scout del Foggia 1 di San Michele, che da 80 anni racconta di un sogno possibile.
(Emiliano Moccia)

di Redazione 


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