Stampa questa pagina

Paralimpiadi, Sfida: “La disabilità in Italia non va in Alta Definizione”

La denuncia: scarsa visibilità da parte della Rai

“In Italia la disabilità non va in Alta Definizione”. Lo sfogo di Dino Di Tullio unisce rabbia e sconforto, amarezza e delusione. Per il segretario nazionale di Sfida, padre di un bambino disabile, la Rai ha perso un’altra grande occasione. Anzi. “Abbiamo perso tutti la grande opportunità di far gustare uno spettacolo bellissimo che avrebbe raccontato ai normodotati, ai bambini, ai cittadini, la disabilità in modo diverso. Senza paura, senza barriere”. All’indomani dell’accensione del braciere delle Paralimpiadi di Londra, in programma dal 29 agosto al 9 settembre nella capitale inglese, Di Tullio ribadisce e denuncia “un diverso trattamento mediatico da parte dalla TV di Stato tra le recenti Olimpiadi e quelle che vedono coinvolti gli atleti con disabilità provenienti da ogni parte del mondo”. 

RAI SPORT 1. “Per la copertura delle Paralimpiadi la TV di Stato ha predisposto esclusivamente Rai Sport 1. Gli atleti impegnati nelle Paralimpiadi – dice Di Tullio - hanno profuso impegno, spirito di abnegazione e dedizione negli allenamenti pari o addirittura superiori, per ovvi motivi, agli atleti che hanno preso parte alle Olimpiadi, nonostante ciò, sembra che la fiaccola olimpica per loro emetterà una luce più flebile”. Senza dimenticare, che dietro le storie di questi atleti si registrano “anni e anni di sacrifici da parte delle loro famiglie. I ragazzi con disabilità ed i loro familiari meritano molto di più”. Perché per quanto importante, Rai Sport 1 è un canale di nicchia, con un bacino di utenti molto inferiore rispetto ai tradizionali canali della Rai. Di qui, il pericolo che gli sforzi e le gesta degli sportivi che stanno partecipando alle competizioni diventino ‘materia’ per pochi. 

DISABILITA’ PEGGIO DELLA MORTE. Per questo, il segretario nazionale di Sfida si augura che la Rai torni indietro sui suoi passi: “Siamo ancora in tempo per far sì che una delle tre reti nazionali, fra Rai 1, Rai 2 e Rai 3 venga dedicata interamente alle Paralimpiadi, o quanto meno che venga trasmesso tutto su Rai HD sul canale 501 e su Rai Sport 1. Il segnale che la rai sta dando – prosegue Di Tullio – è che il mondo fuori dalla disabilità deve continuare a non capire, a non vedere. I bambini disabili a scuola, gli adulti nei loro posti di lavoro, sono sempre tagliati fuori, emarginati, e si prosegue su questa strada”. Il verdetto di Di Tullio è spietato, ma molto condivisibile. Con tutto quello che passano le TV nazionali tra tg, trasmissioni e film, sembra che l’unico argomento tabù resti proprio la disabilità: “Fa più paura la disabilità che la morte”. Anche se gli atleti con disabilità in gara alle Paralimpiadi “a Londra avranno la possibilità di brillare e di accendere quella fiaccola che renderà unica la loro prestazione e protagonisti indiscussi di un percorso ‘sportivo’ sicuramente faticoso che però li ha visti crescere dal punto di vista umano e sociale”. 

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload