‘Attrezzarsi per la città”: alla Sacra Famiglia l'incontro con il PM Antonio Laronga e Pietro Fragasso
Giovedì 16 febbraio alle 19, nella chiesa Sacra Famiglia di Foggia ci sarà l'incontro “Attrezzarsi per la città”. All'iniziativa, presentata dal parroco Mons. Vincenzo Identi, parteciperanno Antonio Laronga, procuratore aggiunto, e Pietro Fragasso, presidente della cooperativa sociale ‘Pietra di Scarto’. Modererà Massimiliano Nardella, direttore di Foggia Today.
RIAPPROPROMOCI DEGLI SPAZI. Al centro dell’incontro, diritti e doveri dei cittadini nella città ferita e tramortita dalla virulenza della mafia. “Dobbiamo affrettarci, la polis ci appartiene e noi dobbiamo essere quel lievito che deve farla fermentare. La comunità della Sacra Famiglia vede il momento giubilare come un momento di svolta” dichiara Mons. Vincenzo Identi. Una diagnosi sulla città di Foggia, il principio della cultura della legalità, le esperienze di riscatto sociale e il ruolo della Chiesa ‘Sacra Famiglia’, da luogo di culto a propulsore della rinascita, al centro del confronto che si inserisce nelle celebrazioni del 60° anniversario della parrocchia di piazza Armando Diaz. “Non è più il tempo di lamentarsi, riappropriamoci dei nostri spazi, non scarichiamo sugli altri le nostre inefficienze, paure e responsabilità" l’esortazione del parroco ai fedeli.
GLI OSPITI. Antonio Laronga. In Magistratura da 30 anni, il procuratore aggiunto di Foggia si occupa di mafie foggiane e criminalità organizzata. È autore del libro ‘La Quarta Mafia’, il racconto, sul fronte, della ‘Società Foggiana’, attraverso il quale il Magistrato svela e ripercorre le origini, l’evoluzione e gli assetti attuali del fenomeno criminale, complesso e pericoloso, che riguarda l’intera provincia di Foggia. Quarant’anni di vicende di sangue tratte da fonti giudiziarie e da documenti investigativi. Pietro Fragasso. Presidente della cooperativa sociale ‘Pietra di Scarto’ con sede a Cerignola, si occupa di Progetti, Sviluppo e Formazione. Una laurea in lettere, una passione profonda per le parole e la convinzione che la poesia stia nelle storie minime, nelle vite dimenticate.
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