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Aveva picchiato più volte la convivente nonostante fosse incinta, arrestato ventiduenne

Stamattina gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confrontio del 22enne Giuseppe Lagatta emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica, in quanto gravemente indiziato del delitto di maltrattamenti nei confronti della convivente che peraltro si trova in stato di gravidanza.

LE PERCOSSE. L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, è partita dopo le lesioni diagnosticate alla donna da parte dei sanitari del Pronto Soccorso degli ospedali Riuniti di Foggia. La donna, infatti, lo scorso 7 agosto si era presentata presso il locale Pronto Soccorso lamentando di essere stata percossa da uno sconosciuto mentre faceva rientro a casa nei pressi del parcheggio Zuretti in Corso Roma. Stante la gravità delle lesioni riscontrate e la condizione psicologica della donna, gli investigatori della Squadra Mobile di Foggia, in applicazione della recente normativa sul cosiddetto "Codice Rosso", si sono attivati subito e hanno acquisito le immagini registrate da impianti di video-sorveglianza presenti nella zona, inoltre hanno chiesto informazioni alla donna, ai suoi familiari ed alcune persone informate sui latti.

LE AGGRESSIONI PRECEDENTI. Sin da subito, però, sono emersi dubbi sulla dinamica dell'aggressione riferita dalla donna. Peraltro, ulteriori accertamenti hanno permesso di appurare l'esistenza di altri pregressi accessi al pronto soccorso da parte della stessa, tutti concernenti traumi o lesioni riportati dalla donna e sempre attribuiti ad eventi accidentali. Difatti, il 30 ottobre 2018 la giovane ragazza si era presentata all'Ospedale di Foggia dove le era stata diagnosticata la lussazione della spalla per una asserita caduta accidentale. Ad aprile scorso, storia analoga, lesioni a seguito di una dichiarata caduta dal motorino, e fine maggio un'altra "caduta accidentale", questa volta "il pavimento" le aveva spaccato il naso. Tuttavia, nonostante l'assenza di riscontri a sostegno dell'aggressione riferita dalla donna e l'evidenza di elementi sintomatici dell'esistenza di un rapporto conflittuale con il suo compagno, la vittima si rifiutava categoricamente di denunciare i maltrattamenti subiti, continuando a riferire agli investigatori la versione di comodo fornita in prima battuta ai sanitari dell'Ospedale Riuniti di Foggia.

L'INDAGINE. Alla luce di tali elementi, quindi, d'intesa con la locale Procura della Repubblica, è stata avviata un'indagine che ha permesso di confermare che la versione della donna era volta esclusivamente a coprire il suo convivente, reale responsabile di quell'aggressione. In poco tempo, quindi, gli indizi a carico del compagno sono stati via via corroborati dalle confidenze della vittima alle amiche,  facendo emergere lo stato di prostrazione psicologica della donna che in più occasioni si interrogava sul motivo di quell'aggressività con cui era costretta a convivere, oltre ad alcune litigate furiose in cui veniva augurata la morte alla ragazza e persino al bimbo che porta in grembo.

L'ARRESTO. Alla luce di tali evidenze, quindi, il Pubblico Ministero dott. Infante, ha richiesto la misura cautelare più grave, ossia quella in carcere, che è stata tempestivamente accolta e deliberata dal presso il Tribunale di Foggia. Lagatta, quindi, è stato rintracciato presso la sua abitazione dagli investigatori del "Gruppo Falchi" della Squadra Mobile di Foggia e, dopo le formalità di rito, condotto presso la Casa Circondariale di Foggia.

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di Redazione 


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