Piste ciclabili e Covid, Foggia dimenticata: Landella ha torto e ragione allo stesso
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Se non rivendichi, rinfacci. Se rinfacci, rivendichi. In sostanza, il comportamento rischia di essere sempre sbagliato. Ma sulle piste ciclabili, Franco Landella ha ragione. Eppure, finisce per avere torto, allo stesso momento. Strano? No. Ecco perché.
Ha ragione, eccome, il sindaco di Foggia, quando rivendica. E ammette di aver appreso “con fervente stupore la relazione Covid Lanes pubblicata da Legambiente sulla qualità della mobilità nelle città italiane e in particolare, relativa a come e quanto queste abbiano mutato in maniera ecosostenibile la propria mobilità interna, in coincidenza con la pandemia da Covid19 in corso”.
I 27 KM DI CICLABILI. Ha ragione a lamentarsi. Perché la città di Foggia ha cambiato volto. Con i suoi 27 km di piste ciclabili “non solo non risulta tra le prime città italiane, delle quali la capolista è la città di Milano, con 35 km, ma non figura neanche, in tale classifica sul virtuosismo ecosostenibile nazionale”. In sostanza, bypassata. Dimenticata. “Condivido con la mia comunità grande dispiacere e amarezza – sottolinea Landella - perché, ancora una volta, di Foggia non si parla. E non si parla bene. Il mio auspicio è che anche Legambiente possa prendere contezza di quanto l’Amministrazione che mi fregio di rappresentare sta investendo non tanto e non solo su progetti, iniziative e misure delle più disparate in materia di eco sostenibilità, ma anche e soprattutto, in una vasta opera di sensibilizzazione alla cittadinanza al tema. Ventisette km di piste ciclabili disseminate per la città, lungo le arterie principali, collegando il centro alla stazione e ai quartieri nevralgici; 5 velo-stazioni (Piazza Marconi, Palazzo degli Studi, via Mastelloni – Scuola Bovio, nuova sede comunale), delle quali una già realizzata (presso Nodo Internodale) e le altre in corso di realizzazione”.
E quindi, se Milano è la prima città italiana per piste ciclabili (35 km), per responsabilità e completezza, bisogna segnalare Foggia come terza città italiana, subito dopo Genova (30 km) e molto prima della Capitale (15,7 km). A inizio 2021 partirà inoltre anche a Foggia, come in altre grandi città italiane, il progetto green Pin Bike, che consentirà ai foggiani di pedalare guadagnando e di guadagnare pedalando piccole somme da reinvestire a beneficio delle attività commerciali della città.
Ha ragione il primo cittadino. Eppure, ha torto. Perché le infrastrutture ci sono. Anzi, è stata la giunta guidata da lui ad accaparrarsi i fondi europei per la realizzazione delle piste ciclabili. Migliorabili, certo. Modificabili, assolutamente. Da (de)finire, non c’è dubbio. Ma intanto, le ha fatte. È possibile, con tutte le migliorie da apportare, pedalare in “sicurezza” dalla stazione, ad esempio, al principale centro commerciale della città. Piste con colori già scoloriti, che si allagano, ma che esistono. E che quindi sono migliorabili, ma non inesistenti. Basti pensare al tratto di pista ciclabile di viale Europa, riconsegnato alla città.
LA COMUNICAZIONE. Eppure, il sindaco ha anche torto. Sì, perché l’impressione – anzi, ben più di una impressione – è quella di un amministratore pubblico abile, abilissimo a intercettare fondi ma che sostanzialmente non crede pienamente al potenziale della mobilità sostenibile. è una svolta, per la città di Foggia. Eppure non c’è stata una campagna di comunicazione, una sortita del primo cittadino, una rivendicazione (appunto) orgogliosa di una rivoluzione in atto in città. Con il trasporto pubblico dal servizio discutibile (per mille motivi), in tempo di Covid il trasporto ‘autonomo’ sostenibile è unapanacea. Eppure, il sindaco non ha puntato mai l’indice contro chi occupa le piste ciclabili – dalle quattro ruote ai pedoni – o non ha mai ‘spiegato’ la nuova mobilità (un esempio su tutti: la pista di corso Roma, tra semafori per i ciclisti e le ‘corsie ciclabili’). Come spesso avviene, il padre di famiglia ha avuto necessità della critica dell’estraneo per difendere i suoi figli. E allora, caro sindaco, faccia finta di ricevere ogni giorno critiche sulla moblità e rivendichi orgogliosamente – e in amniera funzionale – i 27 km di pista ciclabile in città. Di organizzazioni e associazioni che si occupano (quotidianamente) di mobilità ce ne sono tante a Foggia. Le contatti, le solleciti, le riceva. E poco male se Legambiente per una volta ancora ha snobbato la città. Con una città intera che si muove dalla stessa parte (sostenibile) non potrà fare a meno di riconoscere lo sforzo e i miglioramenti. E noi foggiani non avremo motivo di rinfacciare. Ma solo di rivendicare, orgogliosamente. E in maniera ecosostenibile.
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