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Accoglienza, lavoro e servizi: così "Più Supreme Capitanata" combatte lo sfruttamento degli stranieri nelle campagne di Capitanata

Garantire un sistema di sicurezza sociale idoneo per combattere lo sfruttamento delle persone impegnate nel lavoro agricolo, dando loro dignità e costruendo una rete sociale capace di far fronte alle diverse problematiche del territorio. Sono questi gli obiettivi principali alla base dell’iniziativa promossa dalla Regione Puglia con il progetto PIU SUPREME CAPITANATA che il Consorzio ARANEA con la Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus e l’Associazione “Caritas Incontro di San Severo” ha realizzato per circa due anni e mezza in provincia di Foggia e i cui risultati sono stati presentati stamane presso il Villaggio Don Bosco. 

GLI OBIETTIVI. Il progetto ha inteso contrastare e superare tutte le forme di grave sfruttamento lavorativo e di grave marginalità e vulnerabilità dei lavoratori migranti nel territorio della Capitanata. Tre i macro settori su cui si è intervenuti: accoglienza, lavoro e servizi. “Il progetto non ha risolto la questione dei ghetti e dei luoghi informali ma ha dato risposte concrete a tanti lavoratori per il raggiungimento di una autonomia”, ci spiega Domenico La Marca, coordinatore P.I.U.Su.Pr.Eme. Capitanata. “I risultati di questo progetto sono importanti e ci consentono di guardare con fiducia nel futuro anche nell’ottica della nuova programmazione”, aggiunge Giuseppe Domenico Savino, DirigenteSezione Sicurezza Cittadino, Politiche per le Migrazioni e Antimafia Sociale Regione Puglia. Il progetto ha rappresentato un’esperienza di innovazione sociale in Puglia, al punto da essere oggetto di ricerca anche del lavoro di Antonio Aquilino nella sua tesi con l’Università di degli Studi di Napoli, e ha rappresentato uno strumento forte capace di contrastare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori stranieri.


di Saracino Nicola


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