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Arbitro, pasticcio biglietti e deliri social: calmiamoci tutti, arrabbiati ma lucidi verso l'obiettivo comune

A mente (più o meno) lucida, a distanza di quasi due giorni e di vagonate di chiacchiere e congetture: il Foggia è stato penalizzato. Non ci sono dubbi e se, protocolli Var alla mano Nasca non poteva intervenire, la questione è semplice: se il metro di giudizio in campo è quello per cui la spinta di Ogunseye è determinante nel prendere posizione e va punita, allora il contatto Lepore – Frigerio è rigore solare. Ergo: al Foggia manca un gol o un rigore o entrambi. In mezzo, c’è la decisione inopportuna di designare per lo Zaccheria un arbitro con origini, parenti e interessi nella zona di Lecco e a margine c’è la ciliegina della squalifica a Costa su indicazione del personale della Procura federale in campo, sempre con gli occhi aperti e le orecchie tese quando in zona ci sono foggiani, come in occasione della squalifica a Thiam a Cerignola. Pertanto, bene ha fatto il Foggia con un esposto teso a non subire supinamente quanto accaduto.

SOCIAL E NON SOLO. Nemmeno il tempo di (non) archiviare la gara d’andata che arriva il pasticcio biglietti a Lecco, con la vendita per nulla libera, i conti che non tornano e le giustificazioni che si rincorrono. E ancora, recensioni negative a pizzerie nel centro di Lecco colpevoli di avere parentele con Kevin Bonacina, metalmeccanici scambiati per direttori di gara, profili fake creati ad arte per fantasticare sulle attività social dell’arbitro, commenti poco ortodossi su qualsiasi post di Lecco e Lega Pro, minacce, insulti, provocazioni.

CALMIAMOCI TUTTI. Nessuna morale su “è solo una partita di calcio” perché obiettivamente non lo è. Del resto, bastano le partenze in aereo di Lecco e Foggia a dimostrare che il salto di categoria sarebbe un investimento e un successo per il territorio, quindi è una (insperata, a un certo punto della stagione), occasione da cogliere. Ma calma.
Canalizziamo bene la (giusta) rabbia verso l’obiettivo concreto.
Che venga caricata la squadra, non l’ambiente.
A Foggia abbiamo un precedente: la finale contro il Pisa. Persa all’Arena Garibaldi ma un po’ anche nel pre-partita allo Zaccheria e in quelle successive bottigliate a Gattuso, abilissimo a catturare su di sé tutta l’attenzione e salvaguardare i suoi.
Calmiamoci tutti.
Arrabbiati ma lucidi.
Carichi ma non tossici.
Contro tutto e tutti ma insieme.
Non è solo una partita di calcio. Vuole vincere un intero territorio.
E allora: Forza, Foggia.  

di Redazione 


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