Le polemiche sulla gestione del cantiere e degli alberi abbattuti potrà essere utile in futuro
Una nuova narrazione per Foggia. Lo ha ripetuto spesso durante la campagna elettorale e ne ha fatto un suo manifesto anche nel primo anno di Amministrazione. La sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo, vuole riscrivere la città - non a caso ha scelto "Tutta un'altra storia" come claim del suo impegno - ma vuole anche una nuova lettura del territorio. Evidenziare il bello e - se non proprio tacere o nascondere sotto il tappeto le negatività -, almeno ridimensionare il racconto del brutto, a vantaggio delle cose positive.
Una nuova narrazione, appunto, senza sconfinare nel fake. Perchè di ogni fatto c'è una potenziale doppia lettura come nel caso di ieri, per il Rapporto Ecosistema Urbano: la lettura negativa ci vuole sempre negli ultimi posti, l'interpretazione positiva è che abbiamo guadagnato delle posizioni in classifica. Punti di vista.
I LAVORI. Ma tra le (tante) notizie di ieri, c'è una che - nell'ottica della nuova narrazione - può rappresentare un utile precedente. Una vicenda che nasce "male" ma che può trasformarsi in un buon appunto per il futuro: i lavori in piazza Sant'Eligio. Politicamente, ci ha già provato l'assessora all'Ambiente, Lucia Aprile, a stemperare la tensione. Si è palesata in piazza Corridoni, ha messo la faccia e ha spiegato che, in realtà, l'attuale Amministrazione è riuscita a ottenere una riduzione del numero di alberi da abbattere rispetto al progetto originario. Poi, ha ricordato che il progetto è una eredità dell'era Landella, ma qui il discorso sarebbe più ampio: se si tagliano i nastri di progetti già approvaati prima di un anno fa, allo stesso modo ci si prende l'onere di cantieri pregressi.
L'INSEGNAMENTO. Ed è qui che piazza Sant'Eligio può rappresentare una lezione. Perchè quella che è mancato ai residenti della zona, al di là del merito del progetto, è stata la condivisione. Quell'idea di comunità e di democrazia partecipata (altro mantra, almeno a parole, di questa maggioranza) si deve concretizzare con la presenza vera, concreta, fisica, con la spiegazione reale e pratica di ciò che si vuole realizzare. Abbandonare la piazza lasciandola un cantiere immobile per un'intera estate e riprendere i lavori sventrandola - con i residenti che si sentono sconcertati, confusi e arrabbiati -, non facilita il lavoro dell'Amministrazione e allontana quell'idea di condivisione e di senso di appartenenza. Non possono decidere tutti su tutto, questo è ovvio. Ma non si può neanche pensare di prevedere dei lavori così importanti e sentiti da un'intera comunità senza prendersi il carico di comunicarli meglio. Qualche mese fa quella zona è stata anche al centro di un importante evento di street food, quindi è evidente che l'attenzione per la periferia ci sia da parte dell'Amministrazione, ma poi diventa troppo facile farsi vedere solo alle feste o ai lavori di manutenzione stradale. Se si vuole fare un'altra narrazione, bisogna essere capaci di scrivere "tutta un'altra storia" facendo sentire la comunità partecipe e non succube.
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