Microspie e controlli telefonici in cambio di denaro: tre poliziotti agli arresti, una guardia giurata in fuga
Due agenti raggiunti da misure cautelari in carcere, uno ai domiciliari
Secondo gli investigatori, i tre poliziotti avrebbero svolto indagini private su presunte infedeltà coniugali utilizzando però tecniche e strumenti investigativi della Polizia di Stato. È l’inchiesta che ha scosso i piani alti della Polizia di Stato, della quale s’è detto questa mattina in conferenza stampa (LEGGI) e che vede coinvolta anche una guardia giurata, al momento sfuggita alla cattura.
GLI AGENTI ARRESTATI. In carcere sono stati trasferiti un assistente capo della polizia di 45 anni, Angelo Savino, già sospeso per vecchie vicende giudiziaria e in servizio al commissariato di Manfredonia, e un assistente capo di 38 anni, Alfredo De Concilio, in servizio al reparto mobile di Napoli: per entrambi misura cautelare. Ai domiciliari invece è stato sottoposto un agente in servizio alla Polizia Postale di Foggia, considerato il tecnico informatico del gruppo, Paolo Ciccorelli.
MICROSPIE PER ACCERTARE CASI DI INFEDELTA’. Secondo quanto accertato dall'inchiesta il gruppo avrebbe indagato, dal 2012 al 2014, su quattro presunti casi di infedeltà coniugale. In almeno uno dei casi è stato riscontrato un pagamento, da chi aveva commissionato l'indagine, di circa 300 euro. Gli arrestati, secondo quanto emerso, piazzavano le microspie nei luoghi frequentati dai presunti "traditori", controllavano le loro utenze telefoniche e i loro spostamenti seguendo le "tracce" dei telefoni cellulari. Nel 2012 la procura avrebbe accertato che il nome e il numero di telefono della persona da controllare era stata inserita, abusivamente, tra soggetti da monitorare in un'indagine per altre vicende.
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