La pianta infestante orobanche minaccia seriamente il pomodoro da industria in Capitanata, principale bacino di produzione in Europa. Gli agricoltori sono seriamente preoccupati per la decimazione del raccolto che si è avuta già quest'anno, un allarme raccolto da Confagricoltura Foggia che ha istituito un tavolo tecnico-scientifico composto dai ricercatori delle Università di Foggia e Bari.
L’INCONTRO Al confronto che si è tenuto giovedì 26 scorso nella sede di Confagricoltura Foggia hanno partecipato Confederazione italiana agricoltori, Confcooperative, i ricercatori e docenti del Dipartimento di Agraria dell'Università di Foggia, deell’ISPA – C.N.R. di Bari. Il tavolo ha fatto proprie le valutazioni del presidente di Confagricoltura Foggia, Onofrio Giuliano: “La politica – ha detto in apertura – deve farsi carico di trovare le risorse economiche per combattere questo flagello che colpisce al cuore il sistema produttivo, occupazionale e le specificità produttive dell'agricoltura foggiana. Un capitolo speciale chiederemo che venga aperto anche dall'Unione europea perché questa pianta infestante si sta diffondendo in tutte le regioni italiane e non solo alla pianta del pomodoro. Ma sin dalle prime battute – ha puntualizzato il presidente di Confagricoltura Foggia - dovremo cercare di attivare le procedure d'emergenza al fine di tamponare il problema nei campi e in tal senso chiederemo all'assessore regionale all'Agricoltura di attuare gli interventi più opportuni. Da parte nostra le organizzazioni professionali agricole possono sensibilizzare le aziende chimiche a studiare i rimedi per combattere la pianta infestante e chiederemo anche all'onorevole Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, l'attivazione di un progetto di ricerca per contrastarne la proliferazione”.
GRAVE PROBLEMA PER GLI AGRICOLTORI Al tavolo è intervenuto Pasquale Montemurro, considerato tra i maggiori esperti del fenomeno orobanche: “L'allerta risale al 2000, ma purtroppo non siamo stati creduti. Ora però il problema è andato oltre certi confini e va combattuto con una strategia complessa che richiede l'attivazione dei mezzi preventivi già in uso agli agricoltori, come le rotazioni dei terreni e l'applicazione di corrette pratiche agronomiche anche se sappiamo che tutto questo potrebbe non bastare. E' un infestante che non parassitizza solo le solanacee, per questo richiede una gestione integrata. Noi, ad esempio, abbiamo impiegato piante-trappola strategie nella rotazione. Ma anche altre tecniche come l'agricoltura conservativa e le semine su sodo possono evitare il contagio dei terreni. Ricorrere solo ai mezzi chimici – ha aggiunto Montemurro – insomma potrebbe non bastare”. Il tavolo tecnico-scientifico tornerà a riunirsi dopo il 20 ottobre questa volta a Bari, probabilmente presso il dipartimento della facoltà di Agraria oppure nella sede regionale di Confagricoltura.