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Da "u retunne" a quello "du bàrlettane", alla scoperta dei pozzi a Foggia

L'acqua a Foggia, prima che arrivasse nelle abitazioni, era attinta dai diversi pozzi del Piano delle fosse e via tiro a segno, che continuò a essere venduta dagli "acquaruli". Questi la raccoglievano in barili - le "mantegne" - e venduta alle famiglie che la riversavano nelle sarole, per utilizzarla come acqua per la cucina e per l'igiene personale. L'acqua da bere, invece, era venduta dai chioschi in città, i cosiddetti "ungegn". 

I POZZI. L'acqua che comunemente veniva "venduta" alla popolazione foggiana che poteva permettersi di pagarla,  era quella prelevata dal fiume campano "Serino". Il resto degli abitanti la prelevava dai pozzi cittadini "pubblici" come "u puzze retunne" (pozzo rotondo), esistente di fronte alla chiesa di San Giovanni, "u puzze du bàrlettane" (pozzo del barlettano) di via F. Crispi e "u puzze de l'urte" (il pozzo dell'orto), situato fra via Salomone e via Ortovecchio. Numerosi altri erano ubicati in palazzi privati che, spesso, venivano messi a disposizione pubblica. Con l'avvento dell'Ente Acquedotto Pugliese, voluto e perorato dal foggiano Postiglione, si ebbero finalmente le fontane pubbliche.
(Ettore Braglia)

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di Redazione 


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