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Premi ai dirigenti, il Comune conserva un “tesoretto nascosto” di 200mila euro

Nessuna revoca della determina illegittima di un anno fa

Esattamente un anno fa lo avevamo scoperto e denunciato: un errore macroscopico, contenuto nella determina di costituzione del fondo per l'anno 2012 destinato ai “premi” ai dirigenti del Comune di Foggia, comportava, fatti due conti veloci, un importo non dovuto ed un conseguente “danno” alla collettività di oltre 200mila euro. Per l'anno 2013, a Palazzo di Città devono essersi ravveduti e la determina dello scorso ottobre, relativa ai premi per l'anno appena passato, applica per il calcolo dei tagli l'esatta percentuale (21,21%) indicata un anno fa da Foggia Città Aperta, dando ragione indirettamente a quanto sostenuto dal nostro giornale. Nulla cambia però per il passato, nonostante le rassicurazioni di un anno fa del sindaco Mongelli (GUARDA LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO). Risultato? A distanza di tredici mesi “il tesoretto 2012” di circa 200mila euro è ancora lì, “nascosto” tra i residui di bilancio a disposizione dei dirigenti.
 
(Ecco le determine: stessa norma, percentuali differenti applicate nel 2012 e nel 2013)
PERCENTUALI “BALLERINE”. La determina “incriminata” è la n. 1575 del 10 dicembre 2012. Inutile cercarla nella sezione “Amministrazione Trasparente” del Comune di Foggia. È certamente “un caso” ma è l'unica a non essere pubblicata: per spiegazioni rivolgersi al responsabile della trasparenza dottor Guadagno. La questione invece resta semplice. Una norma del 2010 stabilisce che il fondo premi debba essere decurtato di una percentuale pari a quella di diminuzione del numero dei dirigenti in servizio. Al Comune di Foggia i dirigenti al 1 gennaio 2010 erano 17, scesi a 15 a fine 2011 e addirittura a 13 nel 2012. Per uno strano abbaglio preso a Palazzo di Città, tuttavia, la diminuzione del numero dei dirigenti effettivi è stata considerata in termini assoluti e non in valori percentuali. Come dire che mangiare una fetta di una torta divisa in diciassette parti è la stessa cosa di mangiarne una di quella stessa torta divisa in tredici. E così il taglio del fondo è stato dell'1% anziché del 6,06% per il 2011 e del 3,5% anziché del 21,21% per il 2012. I calcoli precisi li abbiamo già riportati (LEGGI "PREMI IRREGOLARI AI DIRIGENTI"), fatto sta che nessuno si è preso la briga di porre rimedio al grossolano errore.
RESIDUI DI BILANCIO "IMMUNI". La prudenza, quanto meno, deve aver suggerito di non distribuire gli importi eccedenti. Si legge nell'ultima determina 2013 che “non si è provveduto ad erogare la retribuzione di risultato degli anni 2010, 2011 e 2012 che sono riportate a residui di bilancio”. Gli aspetti contabili potrebbero essere salvi. Fatto sta che in tal modo al danno si aggiunge la beffa. Gli importi in più imputati al fondo sono congelati tra le pieghe contabili e, non transitando sul fondo, sono pure immuni dagli effetti dei tagli. Non è da escludere che essi possano incidere anche sull'ammontare delle decurtazioni stabilite in ottobre.

DELIBERA ILLEGITTIMA. Ora se è vero che l'avvento del nuovo direttore generale ha contribuito a bloccare diversi comportamenti anomali e abitudini errate, il "caso" dirigenti è duro da scalfire e resta irrisolto. L'aver corretto il tiro in corso d'opera non serve a sanare gli errori del passato. Gli Enti “parlano” attraverso atti amministrativi e quando questi sono viziati non c'è altra via che la loro rimozione. La determina n. 1575 del 2012 è illegittima e non vi è altra soluzione, per evitare il pericolo di un danno erariale, che essa venga annullata con un provvedimento ad hoc che serva a sbloccare quei fondi “residui” in realtà non dovuti ai dirigenti. Se prima si poteva pensare a qualche impiegato duro di comprendonio, ora che la determina 2013 dimostra che i criteri sono stati compresi, il rimedio non dovrebbe essere poi tanto difficile. Oppure sì?

 

di Redazione 


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