Stampa questa pagina

Pretendeva 5mila euro al mese... Oppure un'automobile

Estorsioni sul Gargano, preso il capo clan “Cintaridd”

Pretendeva 5mila euro al mese... Oppure un'automobile
Estorsioni sul Gargano, preso il capoclan “Cintaridd”
Circa 60mila euro. È il bottino che avrebbe riscosso tra il 2006 e il 2007 Angelo Notarangelo, classe 77, meglio noto col soprannome di “Cintaridd”, capo dell'omonimo clan operante nell'area garganica. Vittima delle sue estorsioni, il titolare di una concessionaria di automobili.
“O LA BORSA O LA MACCHINA”. Questo il metodo utilizzato dal Notarangelo, attualmente agli arresti per volere del Tribunale del Riesame di Bari, il quale ha accolto il ricorso in appello presentato dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese avverso il rigetto del G.I.P. sulla misura cautelare avanzata nei suoi confronti. Le indagini della Tenenza Carabinieri di Vieste pertanto, condotte nel mese di luglio del 2007, hanno dimostrato che l'estorsore, tramite minacce e violenza nei confronti di un imprenditore operante nel settore della vendita di autovetture, costringeva questi a corrispondere, tra il 2006 ed il 2007, una somma di denaro pari a 60.000,00 euro circa. La vittima, che in un’occasione era stata anche percossa con pugni e calci dall’aguzzino riportando lesioni e la frattura ossea del naso, era costretta a versare nelle mani del Notarangelo tangenti da 5mila euro al mese. Unica alternativa ai contanti, le macchine della sua concessionaria: al momento, infatti, risultano consegnate a titolo gratuito al criminale garganico ben 12 autovetture.
GIA' NOTO ALLE FORZE DELL'ORDINE. Angelo Notarangelo, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Foggia, risulta imputato nel processo denominato “Medioevo”, per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso in danno di operatori turistici viestani, per il quale è stato tratto in arresto il 13 aprile 2011. Successivamente, il 14 novembre 2011 e il 19 luglio 2012, lo stesso è stato destinatario di altre due ordinanze di custodia cautelare per il medesimo reato, commesso rispettivamente ai danni di un imprenditore operante nel settore delle “slot machine” e di due imprenditori titolari di una struttura ricettiva.
Circa 60mila euro. È il bottino che avrebbe riscosso tra il 2006 e il 2007 Angelo Notarangelo, classe 77, meglio noto col soprannome di “Cintaridd”, capo dell'omonimo clan operante nell'area garganica. Vittima delle sue estorsioni, il titolare di una concessionaria di automobili.
“O LA BORSA O LA MACCHINA”. Questo il metodo utilizzato dal Notarangelo, attualmente agli arresti per volere del Tribunale del Riesame di Bari, il quale ha accolto il ricorso in appello presentato dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese avverso il rigetto del G.I.P. sulla misura cautelare avanzata nei suoi confronti. Le indagini della Tenenza Carabinieri di Vieste pertanto, condotte nel mese di luglio del 2007, hanno dimostrato che l'estorsore, tramite minacce e violenza nei confronti di un imprenditore operante nel settore della vendita di autovetture, costringeva questi a corrispondere, tra il 2006 ed il 2007, una somma di denaro pari a 60.000,00 euro circa. La vittima, che in un’occasione era stata anche percossa con pugni e calci dall’aguzzino riportando lesioni e la frattura ossea del naso, era costretta a versare nelle mani del Notarangelo tangenti da 5mila euro al mese. Unica alternativa ai contanti, le macchine della sua concessionaria: al momento, infatti, risultano consegnate a titolo gratuito al criminale garganico ben 12 autovetture.
GIA' NOTO ALLE FORZE DELL'ORDINE. Angelo Notarangelo, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Foggia, risulta imputato nel processo denominato “Medioevo”, per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso in danno di operatori turistici viestani, per il quale è stato tratto in arresto il 13 aprile 2011. Successivamente, il 14 novembre 2011 e il 19 luglio 2012, lo stesso è stato destinatario di altre due ordinanze di custodia cautelare per il medesimo reato, commesso rispettivamente ai danni di un imprenditore operante nel settore delle “slot machine” e di due imprenditori titolari di una struttura ricettiva.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload