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Primarie centrosinistra, i Comunisti fanno ricorso: "Volevano comprare il nostro voto"

Non si fermano le polemiche dopo il 9 marzo

I vizi di forma – e le polemiche incrociate – si possono sintetizzare tutti in una scena, accaduta durante le primarie di centrosinistra: Augusto Marasco che dalle tribune della palestra Taralli, all’inizio dello spoglio delle schede, chiede al presidente del seggio di far allontanare - “Che ci fa tutta quella gente?” – chi è accostato al tavolo senza averne diritto. Giorgio Cislaghi, segretario del circolo “CheGuevara” (in appoggio a Mongelli), che risponde per le rime al candidato sindaco, invitandolo a tacere, “perché devono parlare solo i rappresentanti di lista”. Marasco che controbatte: “Parlo in quanto candidato…” e, qualche minuto più tardi, un tweet sibillino dall’ex ufficio stampa del Comune: #giorgiostaisereno, che non lascia scampo a fraintendimenti sul destinatario.
IL RICORSO. Come è andata a finire, lo sappiamo tutti. Marasco ha trionfato. Mongelli ha riconosciuto la vittoria del suo ex assessore, ma non la modalità delle primarie. E aveva annunciato, in caso di prove, anche un ricorso. Che è arrivato. È stato proprio Cislaghi a presentare un ricorso al Comitato di Garanzia, perché “abbiamo avuto una segnalazione che giovani maggiorenni erano stati avvicinati nel pomeriggio del 9 marzo ed era stato loro proposto di andare a votare per un candidato sindaco alle primarie del centrosinistra dietro compenso economico di pochi euro. Le stesse persone hanno anche proposto loro di rendersi disponibili per andare a votare alle elezioni del 25 maggio, quelle vere, per importi notevolmente più elevati. Peccato, per chi ha fatto l’offerta, che tra questi giovani ci fossero anche Giovani Comunisti tesserati al circolo Che Guevara e, da questi, sono stati allontanati con i dovuti modi”.
GRAMSCI E LA VERITÀ RIVOLUZIONARIA. Cisalghi e parte della coalizione, dunque, non si arrende. E non basta “la benedizione di Emiliano a fugare i dubbi” così come è evidente “la sensazione che molte persone siano venute meno all’etica di appartenenza politica”. Cislaghi poi cita addirittura Gramsci e il suo motto “La verità è sempre rivoluzionaria”, ricordandolo “agli ex comunisti del PD”. A loro, lancia la sfida a “rendere pubbliche le considerazioni da loro fatte sullo svolgimento delle elezioni primarie e sui dubbi di ‘inquinamento’ del voto come invitiamo il Comitato di Garanzia e ritornare sulle decisioni prese e aprire, al suo interno, una seria riflessione sui fatti denunciati e non”.

di Redazione 


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