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Profughi di San Giovanni Rotondo, "No" ai 500 euro del Governo. "Sì" al corso di fabbro

Dopo la chiusura dell'Emergenza Nord-Africa

Hanno protestato davanti al Comune di San Giovani Rotondo perché vogliono continuare a frequentare il corso di fabbro e di orafo che potrebbe aprir loro le porte del lavoro. Perché ai 500 euro che il Governo Italiano ha messo nelle loro mani come bonus di fuoriuscita dall’Emergenza Nord-Africa, preferiscono la via dell’integrazione socio-lavorativa. La via dell’autonomia e del sapere far fruttare talenti e qualità. I sei profughi accolti in questi mesi nell’Hotel Miramonte di San Giovanni Rotondo stanno portando avanti la loro battaglia. Affiancati e supportati dal Comitato Accoglienza per i Migranti, che dall’arrivo della Primavera Araba ad oggi non ha mai fatto mancare il suo appoggio. Specialmente adesso che per Governo e Protezione Civile l’Emergenza Nord-Africa è finita ed i 13mila profughi accolti nelle strutture d’accoglienza sparse per l’Italia, devono imparare a camminare con le loro gambe. Come nel caso dei sei profughi di San Giovanni Rotondo, che ieri hanno manifestato sotto al Comune per chiedere un po’ di attenzione da parte delle istituzioni. E lo hanno fatto rifiutando quei soldi, quei 500 euro, che per lo Stato rappresentato l’inizio di una nuova vita, la somma da cui ripartire per integrarsi in Italia.

LE RAGIONI DELLA PROTESTA I sei profughi, in realtà, avevano già intrapreso un cammino di integrazione. E questo, grazie alla frequenza di corsi di fabbro e di orafo che potrebbero favorire il loro inserimento lavorativo in una cooperativa. Per questo, hanno rifiutato quei soldi. Per questo, hanno chiesto di poter continuare ad essere accolti nell’Hotel, in modo da terminare il loro percorso formativo e avere più possibilità di autonomia. Ma la loro richiesta non è stata accolta. E così, da ieri sono rimasti senza un tetto sulla testa. Ma in loro soccorso sono intervenuti i ragazzi del Comitato che grazie alla generosità di don Andrea Lauriola hanno trovato una sistemazione provvisoria. L’idea è quella di garantire l’accoglienza dei sei profughi e, allo stesso tempo, di consentirgli di proseguire i corsi di formazione. Ma non è facile. Perché servono strutture e soldi.

IN PUGLIA OLTRE 1300 ACCOLTI Ma il problema dei sei profughi di San Giovanni Rotondo, in realtà, riguarda un numero maggiori di cittadini stranieri, giunti in Italia circa due anni fa. Secondo i dati ufficiali della Regione, durante la fase di ‘emergenza’ per le rivolte nordafricane, in Puglia sono state accolte 1.373 persone, delle quali 1.272 uomini. In Puglia, come su tutto il territorio nazionale, l'accoglienza dei profughi è stata affidata a coloro che hanno risposto alla ‘chiamata’ del Governo: Caritas, piccole cooperative o strutture turistiche, come hotel e residence. Nel foggiano i migranti sono stati accolti, tra le varie strutture, a San Giovanni Rotondo presso l'albergo Miramonte, e a Carlantino presso l'Ostello della Gioventù. Nel complesso, il Governo ha stanziato 1 miliardo e 300 milioni. Ma adesso, dopo due rinvii, ha stabilito che è terminata l’Emergenza Nord-Africa. La vera emergenza, invece, a sentire gli operatori, arriverà a breve. Quando le città saranno invase da profughi che non hanno più un posto in cui dormire, mangiare, lavarsi. Perché i 500 euro sono destinati a finire presto. E se non sono stati avviati percorsi di reale integrazione durante la fase dell’accoglienza, è molto probabile che per i migranti si apriranno le porte della povertà o dello sfruttamento lavorativo.  

di Redazione 


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