LA LETTERA. Ecco Il testo della lettera depositata con annesse motivazioni.
Oggetto: Richiesta intitolazione strada al compianto Michele Colucci, storico libraio della Libreria Dante di Foggia.
Stim.ma Commissione Straordinaria,
nelle scorse settimane in tanti in Città hanno ricordato il sig. Michele Colucci, nato a Foggia il 3 marzo 1937 e scomparso sempre a Foggia nell’estate del 2021.
Michele Colucci, Lillino per i più, figura iconica del mondo della cultura foggiana, con la sola formazione scolastica della scuola media inferiore ha dedicato la sua vita alla lettura, amava profondamente i libri e il mestiere di libraio, sin da quando da bambino si fermava incantato davanti alla libreria Zobel fondata nel lontano 1881.
L’allora titolare della libreria Zobel, Domenico Amanzio Zobel, già nei primi anni dopo la Seconda Guerra Mondiale aveva intravisto in Michele Colucci il piglio dell’intellettuale autodidatta, dell’uomo che si appassionava all’approfondimento di fatti e situazioni, del giovane disposto a perdersi nella smodata lettura di libri di storia, ma anche di semplici fumetti. Zobel lo valorizzò, giacché all’epoca Lillino era troppo giovane, per recapitare a domicilio i libri che i clienti foggiani acquistavano.
Dopo averci lavorato per anni a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, nel 1973 divenne proprietario della storica libreria Zobel, nata – come detto – nel 1881. Per descrivere con quale spirito si approcciò alla sua passione per la lettura e al suo lavoro di libraio, non trovo parole migliori di quelle utilizzate da Francesco Petrarca, il quale parlando dei libri affermava:
“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me.
Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore.
Altri mi insegnano a conoscere me stesso e mi ricordano che i giorni corrono veloci e che la vita fugge via.”
Michele Colucci amava ripetere, quasi che fosse una giaculatoria: “Un libro è per sempre, tutto passa, ma i libri restano”. Trasmise il piacere della lettura a generazioni di giovani, a partire dai propri nipoti e non si tratta di una cosa di poco conto, considerato che in Italia i Neet sono due milioni e un ragazzo su due non legge libri.
Per la città di Foggia, la libreria Dante è la libreria per antonomasia. Non temo di essere smentito se dico che non vi è un solo foggiano che non conosca la libreria Dante, per esserci passato vicino, per essersi soffermato davanti alle sue vetrine, per aver acquistato libri scolastici o universitari, per essersi intrattenuto a colloquiare con l’affabile titolare, per aver stretto la mano al libraio foggiano per eccellenza, Lillino Colucci. Si racconta che nel mese di settembre di ogni anno file chilometriche di genitori foggiani si accalcavano davanti alla libreria, attendendo il proprio turno per acquistare i libri scolastici per i loro figli.
Lillino si appassionò alla storia locale, leggendo svariati libri e per ultimo il libro del prof. Leonardo Scopece, “Storia di Foggia, dalla preistoria all’età contemporanea”, edito nel 2018, nel quale si leggono chiari riferimenti al suo operato:
“Lo sviluppo della civiltà, intendendo per essa il raggiungimento di una organizzazione sociale elevata e di un’adeguata diffusione di conoscenze materiali ed intellettuali, è ancora oggi rappresentata da un oggetto straordinario chiamato libro. Strumento fondamentale, prima dell’invenzione di internet, per una diffusione ponderata e riflessiva della conoscenza, il libro ha costituito e costituisce ancora oggi un elemento cardine del progresso socio-culturale dell’Umanità. A Foggia, la più antica libreria attualmente in funzione è la Dante, non è possibile non attribuire il titolo di vera e propria istituzione culturale” (p. 827).
Innumerevoli furono le presentazioni di libri, all’interno della libreria, con la partecipazione degli autori; ricevette una targa al merito nel 2011 da parte dell’allora sindaco Gianni Mongelli.
Tutto ciò premesso, ritengo che la Repubblica debba onorare i cittadini che l’abbiano servita con impegno e spirito di abnegazione, coraggio e senso delle istituzioni, passione civile, capacità professionali e spirito solidaristico, nell’interesse del bene e della Casa comune, affinché i giovani, in particolare, possano essere spronati a rispettare il prossimo e le istituzioni repubblicane, a rispettare le leggi, a perseguire il merito, nonostante le difficoltà. La cultura in questa nostra martoriata terrà è il miglior antidoto contro ogni forma di declino. Michele Colucci dedicò la vita alla cultura. Chiedo pertanto a codesta Commissione straordinaria di voler intitolare una strada cittadina al compianto Michele (detto Lillino) Colucci, figlio benemerito della città di Foggia.
Confidando nell’accoglimento della presente, porgo i più deferenti ossequi.