Puglia verso la zona gialla, campi di calcetto pronti a riaprire: "Riprendiamo in massima sicurezza ma coprifuoco ci danneggia"
La Puglia va verso la zona gialla. E tra le ‘riaperture’ più attese a Foggia, c’è quella dei campi di calcetto. Un indotto economico fermo da mesi, in una città che della passione pallonara – anche amatoriale – fa una delle sue certezze. “In attesa dell’ufficialità ci stiamo attrezzando e riorganizzando – spiega Gianni Petronio, responsabile provinciale CSEN calcio -. In realtà a livello di calcio giovanile abbiamo ripreso le attività con allenamenti individuali, ma i ragazzi vogliono soprattutto una cosa: giocare una partita”.
LE LINEE GUIDA. La ripresa sarà all’insegna della sicurezza. E il protocollo resta quello della prima riapertura post lockdown dello scorso anno. “Spogliatoi inaccessibili – precisa Petronio -, mascherina e distanziamento fino all’ingresso in campo, utilizzo di igienizzanti, misurazione della temperatura, niente docce e dopo il match tutti a casa”. Come si diceva, l’indotto è in sofferenza da mesi. “Per questo come CSEN abbiamo deciso di lasciare ai gestori degli impianti la possibilità di far prenotare il campo a gruppi in maniera autonoma. A metà maggio, però, torneremo con l’organizzazione dei nostri tornei”.
IL COPRIFUOCO. Se la riapertura è vista ovviamente con favore, c'è un altro aspetto a turbare ora i gestori: il coprifuoco. "E' evidente che dover chiudere alle 22 - sottolinea Petronio - ci costringe a far partire l'ultimo match alle 21, anzi qualche minuto prima perché altrimenti all'uscita dal campo dell'ultima gara tutti i calciatori sarebbero potenziualmente multabili. Ecco perchè confidiamo che venga spostato in avanti il limite orario o questo virus esce alle 22.05?"
L’ASPETTO MENTALE. Tra le iniziative in programma, oltre a fasi nazionali già programmate, ci sono la promozione di competizioni di calcio a 5, calcio a 7 e calcio a 11, oltre a un'attenzione anche per il sociale. "La pandemia, oltre al dramma sanitario, ha provocato delle perdite economiche ma anche un contraccolpo negativo sia fisico che mentale - evidenzia Perronio -. Il benessere psicofisico garantito dallo sport è stato sottovalutato. E tra i nostri progetti in cantiere c'è anche uno legato alla disabilità". Tutti in campo, allora. Finalmente.
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