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Qualità della vita, per il Sole 24 ore Foggia migliora. Di poco, ma migliora...

Al 99° posto, due anni fa era maglia nera

Due anni fa ci toccò la maglia nera. Oggi, invece, si “festeggia” il 99° posto in classifica, due in più rispetto allo scorso anno. Lascia il tempo che trova la tradizionale graduatoria del Sole 24 ore che analizza, attraverso 36 parametri e sei marco-aree, la qualità della vita delle province italiane (Trento la migliore). Ma almeno, stavolta, Foggia registra il segno più.
IL CONFRONTO CON IL 2012. La provincia di Foggia è entrata tra i primi 100, con 432 punti: peggio della nostra città hanno fatto Caltanissetta, Catania, Vibo Valentia, Caserta, Taranto, Reggio Calabria, Palermo e Napoli. Analizzando i vari criteri che portano alla classifica finale, Foggia è al 100° posto per ‘Tenore di Vita’ (l’anno scorso era al 103°),  al 105° per ‘Servizi e Ambiente’ (101° lo scorso anno), 86° per ‘Affari e Lavoro’ (in calo rispetto al 77° dello scorso anno), 90° per ‘Ordine Pubblico’ (l’anno scorso era 92°, salendo di quindici posti rispetto al 2011) , 99° per il “Tempo Libero” (l’anno scorso era 88°) e al 73° per Popolazione (rispetto al 76° di dodici mesi fa).
 
 
IL COMMENTO DI DE LEONARDIS.  “ La fotografia nitida di un presente difficile, la conferma che quanto fatto e in essere per risalire la china sta facendo registrare una timida inversione di tendenza, ma siamo ancor ben lontani da risultati e indici tali da brindare per la soddisfazione e tirare un sospiro di sollievo”. Così il consigliere regionale Giannicola De Leonardis, ha commentato la posizione della provincia di Foggia. “La sofferenza è estesa all’intero Mezzogiorno d’Italia, e il gap sempre più marcato con le province del centro-nord è la conferma dell’acuirsi di una ‘Questione meridionale’ mai adeguatamente affrontata negli ultimi decenni, e ovviamente dagli ultimi governi che si sono succeduti” continua. “E i numeri fatti registrare dal capoluogo dauno e dalla provincia nelle aree specifiche forniscono dei parametri utilissimi per acquisire piena consapevolezza della gravità del momento, rimboccarsi le maniche e agire, a ogni livello istituzionale e con il pieno coinvolgimento di una comunità chiamata a serrare le fila e non lasciarsi andare allo sconforto e alla depressione, in particolar modo esaminando le crude statistiche legate alla disoccupazione giovanile”.

di Redazione 


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