Quartiere Ferrovia, tempo scaduto: a un passo dall' "ingiustizia fai da te"
Volontari impegnati in ronde, un filo diretto attraverso WhatsApp, una petizione per un presidio militare e altre varie iniziative. Il Quartiere Ferrovia, complici gli ultimi accadimenti di cronaca - da sesso all'aria aperta, ad aggressioni, risse e linciaggi - si (ri)prende la scena mediatica. E torna, qualora ne fosse mai uscito, al centro dell'attenzione nell'agenda politica come una delle priorità cittadine, ancor più a ridosso delle elezioni regionali.
I TAVOLI. A nulla sono servite le rassicurazioni istituzionali all'indomani dell'ennesimo, sterile tavolo in Prefettura. La garanzia di una maggiore presenza di forze dell'ordine ha coinciso, infatti, con una serie di eventi - immortalati da foto e video, pertanto neanche trascurabili - che hanno rianimato l'ormai annosa questione relativa al "vecchio salotto buono della città", com'è nostalgicamente definito il quartiere.
IL FAR WEST. Il tema Ferrovia si è trasformato in problema Ferrovia. E, stando alle reazioni sempre più evidenti, la misura è colma. Il ghetto sta diventando Far West. Non esistono più regole, tutto è concesso, da parte di tutti. E quel concetto di "giustizia fai da te" si sta cominciando a impadronire anche delle discussioni e argomentazioni di coloro che erano più cauti. Lo dimostrano anche le reazioni al recente caso dell'uomo che brandiva una spranga di ferro, di fatto disarmato e linciato da cittadini. E' impensabile che una persona possa vagare per la città distruggendo e mettendo a repentaglio l'incolumità pubblica, ma altrettanto impensabile deve essere l'idea che si possa/debba infierire su un corpo ormai inerme, a mo' di lezione o per "esasperazione". Eppure, in tanti, passando per l'area pedonale - e non sui social, perchè le sprangate in faccia, nel caso, te le prendi realmente e non virtualmente -, ripetevano una sola espressione: "Hann fatt bun...".
FIGHT CLUB. La misura, si diceva, è colma. Il tempo è scaduto, siamo arrivati al punto di non ritorno. O lo Stato e le Istituzioni decidono di affrontare la sfida, o sarà un Fight club, dove tutti si sentiranno in diritto/dovere di combattere. Non c'è nulla di legale in questo, ma solo un'altra "ingiustizia fai da te". E andrebbe ricordato che la prima regola del Fight club è non parlare del Fight club: poi, allora, come si farà campagna elettorale senza poterne parlare?
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