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Quei video non sono film, i morti sono veri. E non dovremmo mai abituarci...

Chi ha figli adolescenti è abituato a vedere le immagini dei videogame diventare sempre più reali, ma chi guarda la tv o segue i social ultimamente si sta rendendo conto che anche la realtà pare somigliare sempre più ad un videogioco. Le scene dei missili sparati dai droni ucraini che abbatono i carrarmati russi sembrano davvero provenire da una playstation. Se ce le ritroviamo sui social diventano davvero l'ennesimo video da rivedere un paio di volte, poi metterci una faccina e passare avanti, magari alla nuova canzone dei Maneskin o al tizio che si tuffa da una scogliera alta 20 metri. E invece no, i morti sono veri.

A FOGGIA. Ancor peggio è andata ieri con le immagini provenienti da una telecamera che si trovava nei pressi del carcere di Foggia. Un'auto parcheggia, da dietro spunta un tizio che si nasconde, spara al conducente e scappa via. Il video, prima ancora di essere pubblicato dalle testate giornalistiche, diventa virale. Passa da una chat all'altra, manco fosse un coro dei tifosi del Foggia. I lampi dei colpi sono davvero come nei film. E invece no, anche stavolta il morto è vero. E cambia poco che si tratti di un pregiudicato che stava tornando in carcere. Era una persona, un ragazzo.

NON E' UN FILM. No, non dovremmo mai abituarci alla morte violenta. E non dovremmo mai cercare giustificazioni, o pensare che tanto a noi non capiterà mai. Probabilmente qualche mese fa lo pensavano anche gli ucraini. Non è un film, è il mondo in cui viviamo, è la nostra città, è quella che lasceremo ai nostri figli.

di Sandro Simone


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