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Ragionare sulla scienza: la sfida dell’ISIS Di Maggio di San Giovanni Rotondo

Si può pensare filosoficamente senza ‘studiare’ filosofia negli istituti tecnici? L’Istituto ‘Luigi di Maggio’ di San Giovanni Rotondo ci dimostra che si può. Grazie alla lungimiranza del Dirigente Scolastico, Prof. Rocco D’Avolio e dei docenti Giovanni Gorgoglione e Angela De Leo, quest’anno è stato approvato e sviluppato un progetto dal titolo “Presente e passato delle grandi scoperte scientifiche”. Il progetto, in linea con il documento Sillabo di filosofia per competenze proposto recentemente dal Miur allo scopo di “portare modelli e competenze filosofiche anche negli istituti tecnici” intende fornire agli allievi che si approcciano per la prima volta allo studio della fisica, accanto ad una solida preparazione scientifico-laboratoriale, anche gli strumenti per interrogarsi criticamente sui fondamenti del sapere scientifico. Tra le finalità del progetto si legge un punto ambizioso: “dimostrare che, anche negli Istituti tecnici affiancare l’epistemologia allo studio delle teorie scientifiche tout court non è affatto utopico, ma è la naturale conseguenza di una scelta didattica volta a promuovere apprendimento critico”.

LA SFIDA DEL MIUR. L’idea alla base è quella per cui è sempre possibile porsi domande anche sui saperi più certi e assoluti e che, proprio per questo, tendiamo a dare per scontati. La scuola vive da anni ormai una frenetica corsa verso l’acquisizione, da parte degli alunni, di competenze, di skills, che devono poter essere immediatamente comprese e utilizzate per la propria crescita professionale, prima, e personale, dopo. In questo turbinio, i docenti devono lavorare su concetti e contenuti, sulle pratiche, sulle competenze e le verifiche, senza sosta e senza avere la possibilità spesso di creare spazi di promozione del sapere critico. Anche l’università non è da meno! E’ una tendenza tipica del nostro tempo e non è certo in questo articolo che pretendiamo di dare giustificazione o meno di questo. Un fatto è certo: il Miur ha lanciato la sfida e l’Istituto di Maggio l’ha accolta. Parliamo di sfida perché in un istituto tecnico, di norma, non c’è spazio e non ci sono ore dedicate allo studio della filosofia o dell’epistemologia, se non attraverso progetti collaterali affidati alla buona volontà della dirigenza e dei docenti. E’ delle persone, prima ancora che dei professionisti della formazione, la responsabilità di dare ai ragazzi dei mezzi per sviluppare un proprio pensiero critico. Il docente che non si chiude nella roccaforte del proprio sapere e continua a coltivare il proprio essere alunno, lo sa. Si forma. Cerca e inventa strategie per poter fare sempre qualcosa di più.
Spazio elettorale autogestito / De Sabato

L’INCONTRO DEL 16 MARZO. E’ cosi che è potuto accadere che il 16 marzo  Università e Scuola si sono incontrate a San Giovanni Rotondo: da una parte l’Università degli studi di Bari, con i lavori della prof.ssa Annalisa Caputo e del gruppo di Philosophia Ludens i quali portano avanti nelle scuole laboratori e corsi di formazione sulla didattica filosofica; dall’altra l’Istituto “Luigi Di Maggio” che grazie alla volontà dei docenti Gorgoglione e De Leo, in continuo aggiornamento sulle nuove metodologie didattiche.
Fondazione Buon Samaritano

IL LAVORO DEI GRUPPI. La sperimentazione sulla quale abbiamo lavorato è stato profilizzata sul target della scuola, quindi, strutturata su ciò che serve ai ragazzi: farsi domande su che cosa si intende per verità della scienza. Per oltre due ore, i ragazzi hanno lavorato in gruppi attraverso la didattica laboratoriale con metodologie tipiche come il problem solving e il calligramma. Il focus è stato centrato sull’uso del termine verità non dando semplici opinioni ma interrogandosi attraverso l’ausilio di argomentazioni ragionevoli, discusse, confutate e costruite assieme. I risultati hanno superato le aspettative: con il cooperative learning, i ragazzi hanno esposto tesi  che facilmente troviamo nella storia della filosofia e della scienza. Il risultato più grande non è stato però scoprire chi avesse detto cosa, ma pensare e arrivare a dei contenuti seguendo il proprio ragionare. Sviluppare un pensiero  un critico e autonomo rispetto alla realtà che ci circonda. Pensare alla tecnica e alla scienza non solo come materia di studio ma come saperi vivi con i quali è possibile dialogare. Proprio laddove il sapere si dà nelle sue forme più tecniche, precise e funzionali, proprio li c’è bisogno di farsi domande e responsabilizzare chi opera con e attraverso quel sapere.

(Sterpeta Cafagna - Phd in Storia della Scienza)

di Redazione 


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