I VIGILANTES E I BANCARI. Riordiniamo: “Dalla Gazzetta del Mezzogiorno dell’11 settembre 2015 – scrive la Fisac (Federazione italiana sindacale assicurazioni credito) - apprendiamo che, relativamente alla vicenda del furto avvenuto tre anni fa nel caveau del Banco di Napoli di Piazza Puglia a Foggia, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa lo scorso marzo dal gip dr.ssa Rita Curci a carico di due vigilantes, sarebbe riportato che “poiché le manomissioni del sistema d’allarme della banca sono state effettuate di sera, di notte e soprattutto durante i fine settimana, l’accesso al locale interrato della banca non può che essere avvenuto con la complicità di qualcuno tra le guardie giurate dell’istituto di vigilanza Metropol e il personale dell’istituto bancario”.
I SISTEMI. Al riguardo – spiegano dalla Fisac -, come rappresentanti dei lavoratori bancari, evidenziamo che il controllo e la gestione dei moderni sistemi di allarme utilizzati dalle banche non siano demandati al personale delle filiali e che quest’ultimo non ne conosce i meccanismi di funzionamento. Gli stessi sistemi sono installati e controllati da ditte esterne alla banca e sono gestiti centralmente da sale operative che controllano le filiali anche a notevole distanza dalle stesse.
L’ALLARME. A questo, dal sindacato evidenziano che “allo stesso personale di filiale è inibito l’accesso ai locali della banca “di sera, di notte e soprattutto durante i fine settimana”, quando, secondo la stessa ordinanza, sarebbero state effettuate le manomissioni al sistema d’allarme.
NESSUN INDAGATO. Poi, un ulteriore appunto: “Ricordiamo, peraltro, che a tutt’oggi nessun collega della sede di Foggia del Banco di Napoli sia stato sottoposto ad indagini o oggetto di informazione di garanzia. Stigmatizziamo fermamente, pertanto, l’inopportuno uso del termine ‘complicità’ riferito, tra gli altri, al personale dell’istituto bancario riportato sia nel corpo dell’articolo, sia, a caratteri cubitali, nel titolo dello stesso”.
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