Stampa questa pagina

Rapine e furti, la proposta di un commerciante foggiano: “Giri notturni in macchina per autoguardarci”

La denuncia del titolare di 'Il casaro'

Savino Angeramo gestisce con sua moglie, ormai da quasi vent’anni, un piccolo alimentari di quartiere ('Il casaro', via Masi): clientela fissa che lo chiama per nome, chiacchiere mentre si fa la spesa, panini ai bambini, ragazzo di bottega a cui insegna il mestiere, e il tempo che scorre lento ma operoso. La semplicità. Come quella che contraddistingue un po’ tutta la zona, compresa tra lo stadio e San Michele, ancora piena di negozietti e piccole botteghe. La simpatica coppia, però, è stata vittima negli anni di rapine e furti, che li ha convinti a farsi promotori della nascita di un’associazione tra commercianti di zona. 

QUARTIERE AD ALTO RISCHIO. L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa. Alcuni malviventi, in piena notte, hanno tagliato in due la saracinesca e si sono introdotti nel piccolo locale portando via un paio di prosciutti, altri generi alimentari, i pochi soldi che erano in cassa e “una vecchia bicicletta che usavo per fare le consegne. Per fortuna – dice, mentre ce la mostra orgoglioso - me ne hanno regalata un’altra”. È rammaricato, Savino Angeramo, spiegandoci come negli ultimi tempi quella zona sia diventata pericolosissima e, mentre parliamo con lui all’esterno del suo negozio, ci elenca e indica tutte le attività commerciali colpite da episodi criminosi: supermercati, bar, tabacchini, negozi. Una, due, tre volte. Tutto nel giro di pochi isolati. Ognuno avrebbe la sua storia da raccontare. “Ormai non abbiamo quasi più paura – spiega il signor Savino mentre la moglie continua a servire i clienti –, siamo abituati. Arrivano, gli apro la cassa, prendono i pochi soldi che ci sono e vanno via”. Altri invece, ammette tristemente, sono stati costretti a chiudere definitivamente a causa delle rapine ricevute.

LASCIATI SOLI. “Ho spedito non so più quante lettere e raccomandate, indirizzate nel corso degli anni, a sindaci, prefetti, istituzioni. Ma niente, non ho mai ricevuto risposta”, racconta prima di ricordare un amaro aneddoto: “Polizia e vigilanza non riescono ad arginare questo dilagare di furti e rapine nel quartiere: mi ha colpito la faccia rassegnata degli agenti quando sono andato a fare la denuncia dell’ultimo, ennesimo, episodio”.

L’ASSOCIAZIONE. Dalla sfiducia e dall’essere lasciati soli e senza alternative valide, nasce la sua semplice proposta: un’associazione tra commercianti di zona che di notte a turno facciano un giro in macchina per notare eventuali movimenti sospetti. “Non per autodifenderci – tiene a precisare – ma per ‘autoguardarci’. Non dobbiamo assolutamente intervenire, ma solo notare strani movimenti e segnalarlo tempestivamente alle forze dell’ordine”. La proposta di Savino Angeramo assume ancora più valore, quando, alla fine, ci confida che lui tra qualche mese andrà in pensione e cederà la sua attività. “Io ancora un po’ e poi mi ritirerò, ma vorrei fare qualcosa per far stare più tranquilli i giovani che aprono attività in zona e anche chi rileverà la mia”.

di Tufo Edgardo


 COMMENTI
  •  reload