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Realtà o finzione? Questo è il problema

Al teatro dei Limoni "L'Incognita" lascia aperto un interrogativo degno di Amleto

Non è come sembra. Dopo aver pagato il biglietto, si prende posto a sedere, come di consueto. All’entrata viene offerto anche un cioccolatino da accompagnare ad una lieta, si spera, visione dello spettacolo. Quello che il pubblico ignaro ancora non sa è che non c’è nessun copione, nessuna recita o finizione: il teatro è pericoloso, perché si rischia di essere non solo spettatori.
UNA VICENDA REALE. Quattro attrici, quattro donne, quattro storie che si intrecciano tra paure, incomprensioni, aneddoti e risate. Elisabetta, Olga, Patrizia e Linda non hanno alcuna parte da recitare. Hanno solo se stesse, il ruolo più difficile da portare avanti. Ed è quello che vogliono dimostrare a questo pubblico, “costretto” tra le mura di un teatro ad assistere in medias res ad una vicenda reale, anche se alle volte la gente ama sentirsi raccontare bugie perché la verità è triste.
CONTROCORRENTE. Inconsueta, può essere definita questa nuova produzione targata Teatro dei Limoni, scritta da Christian di Furia, Francesco Nikzad, diretta da Roberto Galano e interpretata dalle giovani Paola Capuano, Letizia Amoreo, Maggie Salice e Francesca De Sandoli. Ieri, il teatro in Via Giardino ha ospitato la prima assoluta dell’Incognita, uno degli ultimi appuntamenti della stagione teatrale indipendente Giallocoraggioso (lo spettacolo sarà in scena anche oggi, domani e nel weekend 14/15/16 marzo alle 21 al Teatro dei Limoni, info: 324.9948645 e info@teatrodeilimoni.it)).
FINZIONE O REALTÀ? Un palco, sul quale si alternano quattro giovani attrici dalle personalità fortemente contrastanti, diametralmente opposte: l’insicura, la filosofa, la svampita e la saggia. Si litiga per un rossetto, per un mazzo di chiavi o addirittura per il motivo che le ha spinte ad essere tutte lì. Il teatro, lo spazio della performance, viene messo da parte per far posto a quello che accade nei camerini. Ed è così che questi due luoghi si intrecciano, diventano un tutt’uno. Addirittura i monologhi sembrano quasi appartenere realmente ai ricordi e ai pensieri che ciascuna di queste donne trascina con sé in scena. L’incognita: non c’è titolo più azzeccato per uno spettacolo che tra intermezzi sorprendentemente divertenti e momenti di tensione, scorre fluido fino alla sua conclusione, lasciando in sospeso nello spettatore un interrogativo: è finzione o realtà?
(foto di Giusy Salice)

di Redazione 


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