Stampa questa pagina

Recuperati in Germania preziosi reperti archeologici trafugati in Puglia

Olle, crateri e antefisse del III e IV secolo a.C.

Dalle terre di Puglia e Basilicata erano stata portati in Germania. Ora, numerosi reperti archeologici, trafugati illecitamente in passato, sono rientrati “in casa” grazie ad una importante operazione portata a temine dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bari con il supporto della sezione operazioni del Comando CC TPC Roma e il Servizio Interpol.
L’OPERAZIONE. Si tratta, in particolare, di sei crateri a campana a figure rosse, un askos e una pelike a figure rosse, un’olla acroma, un kantharos a vernice nera, tre antefisse, 20 monete ed alcuni frammenti in metallo, tutti risalenti al III- IV secolo a.C.  I beni sono stati recuperati a seguito di una rogatoria internazionale in Germania, emessa dalla Procura della Repubblica di Bari che ha permesso l’esecuzione di una perquisizione a carico di un cittadino tedesco coinvolto in un traffico di reperti archeologici che dall’Italia si estendeva verso la Spagna, il Lussemburgo e la Germania. Le indagini avevano già permesso di individuare un’associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione ed allo scavo clandestino di reperti archeologici nelle aree vincolate della Puglia e della Basilicata.
INTERESSE STORICO. Nella stessa circostanza, è stato anche recuperato un prezioso cratere a volute a figure rosse, risalente al IV sec.a.C, considerato di eccezionale interesse artistico, storico ed archeologico, risultato provento di furto avvenuto nel 1998 in provincia di Foggia ai danni di un privato cittadino e restituito allo stato italiano da un museo tedesco che lo aveva ricevuto in dono nel 2004 e che, avendone appreso la provenienza delittuosa, ha fornito la massima collaborazione per il rimpatrio. Il cratere fa parte di una ricca collezione privata che riunisce importanti reperti archeologici, testimonianza di antichi insediamenti nel territorio pugliese. Il cospicuo patrimonio culturale – del valore di circa 300.000 euro - trafugato dall’Italia ed esportato illecitamente all’estero, sarà restituito alla Soprintendenza per i Beni Archeologici per la pubblica fruizione ed agli aventi diritto.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload