Umbria, recuperato cadavere in un fiume: è il foggiano scomparso nel 2013
E’ stato recuperato il corpo di Fabio Mele, 36enne scomparso da Foggia tra l’11 e il 13 novembre del 2013. Il cadavere è stato rinvenuto nel fiume Chiascio, tra Torgiano e Deruta, in Umbria. Era nell'abitacolo di una Volkswagen riemersa dall'acqua e l'auto è stata individuata in un tratto di fiume in cui l'acqua è profonda circa un metro e mezzo. A chiamare i vigili del fuoco è stato un uomo impegnato in alcuni lavori di ripulitura delle sponde.
IL COMMENTO DI PENELOPE. "Ancora una volta dobbiamo lamentare che se all'epoca della scomparsa di Fabio Mele, l'11 novembre 2013, fosse scattato il piano provinciale di ricerca per le persone scomparse forse il tragico ritrovamento di oggi sarebbe avvenuto prima - commenta a caldo il presidente nazionale di Penelope Italia Onlus, Antonio Maria La Scala -. Una circostanza, quella della non applicazione del piano, ancor più grave se si considera che Mele era scomparso con la sua auto, particolare che avrebbe dovuto rendere più facile le ricerche e facilitare il ritrovamento. Del resto la legge è del 2012 - prosegue La Scala - e non ci sono scusanti per la sua non applicazione di cui come associazione chiederemo chiarimenti alle autorità competenti come la legge ci consente di fare. Sarà cura dell'avvocato Giorgio Pio Di Leo, referente di Penelope Puglia per la provincia di Foggia, nonché membro della rete legale di Penelope Italia, seguire tutte le evoluzioni di questa triste vicenda, con la riserva di agire legalmente laddove vi siano state delle omissioni colpevoli".
Spero che in questa brutta e triste storia venga fuori tutta la verità.piango ogni giorno il mio Fabio che per me era come un figlio .sono addolorata per come sono andate le cose comunque Fabio è sempre accanto a me
Regolamento
Come partecipare alla discussione
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.