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Regionali, Santarella torna indietro nel tempo: "Dopo Vincenzo Russo, a Foggia nessun portavoce degno"

L'intervista al candidato di centrodestra Nino Santarella

Un passato da sindaco di Candela, suo paese di origine, e da assessore provinciale all'agricoltura. Nino Santarella è stato tra i primi a scegliere di schierarsi con Schittulli in polemica con il suo partito di provenienza, il Nuovo Centro Destra, colpevole secondo lui di poca attenzione verso la Capitanata. Candidato alla carica di consigliere regionale, ha scelto di correre senza simboli di partito.
 
Savino Santarella, lei si candida con Francesco Schittulli. E se invece, ci fosse Fitto a rappresentarla?
 
Sarebbe un bel problema, ma non credo sia un’ipotesi probabile.
 
Quali sono le necessità della Capitanata che devono avere, secondo lei, priorità in regione?
 
Io credo che al primo posto vadano inseriti i bisogni di infrastrutture e i miglioramenti nei trasporti perché rappresentano la possibilità di sfruttare al meglio i nostri punti di forza: l’agricoltura e il turismo.
 
Da dove nasce la scelta di non legarsi ad un partito?
 
Non sono contrario ai partiti per principio, ho voluto distaccarmene perché i partiti in questi anni hanno dimostrato di non avere a cuore gli interessi della gente comune. Non credo che ci siano stati partiti che abbiano portato avanti nelle sede regionale gli interessi della Capitanata.
 
Lei ha affermato di avere particolarmente a cuore i territori del Subappennino e del Gargano, si sente ricambiato da questi territori?
 
Fortunatamente sì. Ho cercato di essere presente sul territorio di tutta la Capitanata perché credo che le problematiche di ogni paese si possano comprendere solo standoci dentro. Paradossalmente si potrebbe implementare un’iniziativa in un territorio che sembra fantastica e che invece, per la conformazione territoriale, per le tradizioni, per il clima del posto, potrebbe risultare un disastro.
 
Quali sono le potenzialità del territorio sulle quali punterà, se verrà eletto?
 
Foggia è uno scrigno che aspetta solo di essere aperto. Può sembrare una frase fatta, ma da qualunque punto di vista si guardi il nostro territorio ci si rende conto che le potenzialità sono molteplici. Noi siamo i primi produttori in Italia di grano duro, pomodoro da industria, barbabietola da zucchero. Se puntassimo anche solo su questo, vedremmo il nostro territorio cambiare volto. Eppure Foggia non è solo questo.
 
A cosa si riferisce?
 
Al turismo, quello balneare, quello artistico culturale e quello religioso. Il Gargano e il Subappennino, ma anche la via Francigena, una grande opportunità per il turismo religioso. Il problema più grande, secondo me, è che, dopo Vincenzo Russo, Foggia non ha avuto nessun portavoce degno di rappresentarla, nessuno che abbia saputo lavorare sulle potenzialità del territorio.

di Bianca Bruno


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