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"Nella Società foggiana, gli affari sono più importanti dei legami di sangue":  accordi tra batterie per spartirsi il potere criminale

“È evidente come questa situazione di diffusa sottomissione segni il passaggio da un modello tradizionale di racket a uno molto più subdolo e insidioso in cui per concretizzare l’imposizione è sufficiente la fama criminale e la forza intimidatrice promanante dal vincolo associativo (cd. estorsione ambientale)”. In sostanza, non c’è bisogno neanche di agire: basta la minaccia. È un altro degli allarmanti quadri emersi dalla relazione del Ministro dell’Interno sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia, relativa al secondo semestre del 2020. Già detto delle estorsioni (Leggi: Estorsioni e prodotti imposti, così i clan del Sistema Foggia "impediscono la crescita economica della città"), il dossier sottolinea come “riscontri investigativi, nel confermare la presenza di una rigida scala gerarchica, hanno evidenziato come l’arroganza degli associati si manifesti non solo all’esterno ma anche all’interno, prevedendo punizioni corporali nei confronti dei sodali non rispettosi delle regole dettate dai vertici”.

IL DNA DELLA SOCIETA’ FOGGIANA. Gli aspetti emersi dai risultati giudiziari hanno consentito di accreditare parte del compendio investigativo già acclarato da altri procedimenti probatori - si specifica nel dossier -, confermando il “dna” della società foggiana nelle sue tre segmentazioni criminali dotate di margini di autonomia decisionale e operativa ma facenti capo a un nucleo direttivo costituito dalle figure di vertice delle singole batterie. L’individuazione di un asse trasversale tra le tre consorterie funzionale alla gestione dei proventi illeciti è espressione di quella modernità proiettata verso un modello affaristico in cui i rapporti di cointeressenza diventano più forti di quelli di sangue. In sostanza, più importantii gli affari che le famiglie. Tutti gli elementi confluiti nel procedimento hanno offerto significative chiavi di lettura oltre che sui rapporti fra le figure di raccordo delle diverse articolazioni anche sulle dinamiche organizzative ed operative finalizzate al controllo capillare di ogni settore economico-produttivo cittadino “dalle agenzie funebri ai gestori di slot machine, passando per gli esercizi commerciali, per finire alle corse dei cavalli”.

I SUMMIT. Vengono ripresi  anche stralci di indagini e inchieste che confermano i vertici tra capi clan: "I rappresentanti delle tre batterie sono stati impegnati una costante opera di programmazione delle attività illecite da compire congiuntamente, al fine dell’appianamento di eventuali motivi di contrasto. Infatti, l’attività di indagine ha appurato lo svolgimento di veri e propri summit aperti alla partecipazione dei soli appartenenti alle batterie della Società Foggiana, finalizzati appunto alla pianificazione delle attività illecite ed alla conseguente ripartizione in parti uguali dei proventi criminali…”.

LA ZONA GRIGIA. Ma la “metastasi tumorale” della società foggiana è risultata in grado di infettare influenzandola anche l’azione amministrativa. Ulteriore riscontro circa l’esistenza della pervasività criminale si coglie, infatti, nel riferimento alla cd. “zona grigia” ossia all’accertata sudditanza verso gli interessi della società foggiana da parte di professionisti o dipendenti pubblici infedeli “sempre pronti ad aderire o addirittura a prevenire con estremo zelo le richieste in ordine ai bisogni o alle aspettative più svariate, anche quando non compatibili con norme di legge o doveri deontologici, per il rispetto portato verso i rappresentanti della batterie ed il desiderio di evitare qualsiasi genere di insoddisfazione dei temibili interlocutori”.

di Redazione 


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