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Criminalità, Relazione DIA: "A Foggia c'è una mafia degli affari, intreccio tra modernità e tradizione"

Uno sviamento della macchina amministrativa pubblica in favore degli interessi della criminalità organizzata, che nel territorio dauno si manifesta come “mafia degli affari” immersa in un pervicace intreccio tra modernità e tradizione. E' quanto emerge dalla Relazione sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel primo semestre del 2021, presentata al Parlamento dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Il documento è stato redatto dalla DIA, inquadrata all’interno del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ed è stato coordinato con il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale

IN PUGLIA. La mafia pugliese intesa quale summa di varie realtà che annoverano clan e sodalizi tra loro in altalenanti rapporti di confittualità ed alleanze - si legge nel report - continuerebbe a presentare un’eterogeneità caratterizzata da differenti strategie operative. Anche nel semestre di riferimento lo scenario che emerge costantemente è quello di un’organizzazione criminale che oltre a mirare al controllo del territorio e al mercato degli stupefacenti punterebbe a infltrarsi nell’economia legale condizionandone i fussi fnanziari e il libero mercato. In tale prospettiva la fuidità delle formule organizzative rifette una spiccata connotazione imprenditoriale della criminalità organizzata pugliese che conduce ad un allentamento dei tratti predatori e militari lasciando spazio a profli e condotte economiche che tenderebbero a invadere i mercati. La sempre più accentuata confgurazione di “impresa politico-criminale” dei sodalizi comporta la necessità di acquisire quelle imprescindibili risorse sociali qualifcate che provengono dalla realizzazione di legami con l’area grigia attraverso la quale gli attori mafosi possono esprimere al meglio la loro governance imprenditoriale del territorio. Il reticolo di cointeressenze si intreccia ricorrendo a sistemi corruttivi anche con esponenti delle pubbliche amministrazioni.

A FOGGIA. Al riguardo signifcativi segnali delle modalità con le quali le forme di corruzione e intimidazione potrebbero trovare terreno fertile nella particolare vulnerabilità dell’attività amministrativa, provengono dall’insediamento il 9 marzo 2021 della Commissione d’accesso presso il Comune di Foggia successivamente sciolto con DPR del 3 giugno 2021 a causa delle dimissioni del sindaco, nonché dal recentissimo DPR del 6 agosto 2021 con il quale è stato decretato l’affdamento della gestione dell’ente ad una commissione straordinaria per la durata di 18 mesi. Gli esiti dell’operazione “Nuvole d’oro” del 10 febbraio 2021 hanno dato contezza di un pervasivo ed endemico sistema di illegalità e di abusi all’interno del Comune di Foggia da parte di un pubblico uffciale e di un incaricato di pubblico servizio. La rilevata e condannabile prassi amministrativa delle proroghe dei contratti inerenti al servizio informatico di archiviazione dei dati dell’ente locale e la relativa pretesa di tangenti nei confronti di una ditta molisana erogatrice del servizio rappresentano un chiaro esempio di commistione di affari criminali e politico-amministrativi. Ulteriori conferme nel senso si ritrovano nelle successive indagini che sempre riguardo al Comune di Foggia hanno lumeggiato l’operato illecito di altri amministratori e dello stesso sindaco dimissionario nei cui confronti il 21 maggio 2021 è stata eseguita la misura cautelare degli arresti domiciliari.

di Redazione 


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