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Ricominciamo da tre. Padalino, Di Bari & Giglio

I programmi del Foggia e il post di un tifoso

E' stata la domenica del rosso in Venezuela, dove l'ex autista Nicola Maduro è stato eletto presidente, del rosso numero 3 in Cina, dove ha vinto Fernando Alonso, del rosso(nero) numero 9 per i foggiani, dove Giuseppe Giglio ha segnato una tripletta. Un gol di testa, una di piede e uno su rigore, e con questi siamo a 17 gol da inizio anno, roba che se si esclude l'anno di Sau da queste parti un attaccante del genere era una vita che non si vedeva...
DA DOVE RIPARTIRE. In settimana la società dovrebbe iniziare a programmare l'anno prossimo, è evidente che bisogna ricominciare, oltre che da Di Bari e Padalino, anche da Giuseppe Giglio. A cui dovranno necessariamente affiancarsi capitan Agnelli, i più motivati tra quelli di quest'anno e un gruppo di under, che se di prima scelta più che il tallone d'Achille possono essere il punto di forza della squadra.
VORREI VIVERE COME GIUSEPPE GIGLIO. Vi lasciamo con questo bell'intervento che Claudio De Martino ha postato ieri su facebook:

Vorrei vivere come Giuseppe Giglio, godere della forza e della grinta di Giuseppe Gigliio.
E se non sapete di chi stia parlando, guardate un centravanti semiprofessionista, della quinta serie italiana, uno che ha sempre calcato campi polverosi e stadi più o meno noti, fino alla serie D, là dove milita quel che resta di un glorioso sodalizio rosso e nero.
E non l'avete visto urlare contro un compagno, sul 4 a 0 di una partita inutile, con il Foggia salvo, contro un anonimo Grottaglie destinato alla retrocessione, per un passaggio imperfetto, dopo aver segnato una tripletta.
E non avete assaporato l'amore del pubblico assolato, che urla il suo nome in occasione di un rigore, fino a indurre il capitano a cedere lo scettro, per sperare in un nuovo goal.
Vorrei la forza di Giuseppe Giglio, la forza di lottare anche quando sembra inutile, di sconfiggere la mediocrità con l'impegno e il coraggio, di affrontare gli avversari a testa alta e lo sguardo che non cede, vessillo di un popolo umiliato, ma che non si arrende. Perchè uno come Giuseppe Giglio non si arrende facilmente, ma procede fino all'obiettivo, che non è mica vincere, ma lottare, combattere e sperare, con tutta l'anima, con tutto il corpo.
 

di Redazione 


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