Rifiuti, effetto Covid-19: la raccolta differenziata a Foggia crolla sotto il 15%
Il grado di raccolta differenziata nella città di Foggia, nel mese di aprile 2020, ha registrato una percentuale del 14,99%. Il dato, pubblicato sull'Osservatorio Rifiuti della Regione Puglia, segna un crollo verticale rispetto ai mesi precedenti.
I DATI. Tra le conseguenze dell'emergenza epidemiologica da coronavirus, nel capoluogo dauno vi è anche quello di una drastica diminuzione del livello di raccolta differenziata. Alla fine di aprile, la raccolta di carta, plastica, vetro e altra differenziata è stata di sole 800 tonnellate rispetto a un totale rifiuti di 5.300 tonnellate. Si tratta del livello più basso dal novembre 2015 quando la raccolta segnava il 10,07%.
IL CROLLO. Il dato crolla vertiginosamente rispetto al mese di marzo, quando si è registrato il 23,8% di raccolta differenziata, e a quello di febbraio che aveva segnato un 'picco' del 35,9%. Eppure, complice la chiusura delle attività produttive e i limiti agli spostamenti, la produzione pro-capite di rifiuti è dai 47 kg di febbraio ai 35 di aprile.
I CONFRONTI. Gli effetti della pandemia, peraltro, non bastano a giustificare questo exploit in negativo. In altri capoluoghi della regione, ad esempio, il dato non si è scostato negativamente rispetto all'anno precedente come, per esempio a Brindisi (50% di differenziata come nel 2019) o addirittura è migliorato (a Lecce 65% rispetto al 61% del 2019). Ottime performance si sono registrate. Peraltro, anche in Capitanata. A Lucera, per esempio, nell'aprile 2020 il tasso di raccolta differenziata è stato del 57% quando un anno fa era al 43%. E, anche a San Giovanni Rotondo, nonostante la presenza di un ospedale Covid come Casa Sollievo, la differenziata è salita di due punti percentuali: dal 65 al 67%.
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