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Ripuliscono spontaneamente il monumento dedicato ai fratelli Biondi

Il Csoa "Scurìa" rievoca lo storico antifascismo foggiano

L'antifascismo foggiano di oggi ricorda l'antifascismo foggiano di ieri, il primo storico antifascismo del capoluogo dauno, diventato, grazie ai fratelli Vincenzo e Luigi Biondi, simbolo non solo locale ma nazionale della lotta al fascismo e al nazismo nel segno dei valori libertari. 
IL GESTO DI RIQUALIFICAZIONE. Un gesto simbolico ed al contempo utile per la collettività, un'azione di cittadinanza attiva mirata, ancora una volta grazie al Csoa "Scurìa", alla riqualificazione del patrimonio cittadino.
Due giorni fa, infatti, nella data del 71esimo anniversario dalla morte dei due partigiani foggiani, una delegazione del centro sociale occupato autogestito si è recata in villa comunale per ripulire dalle scritte che lo deturpavano il noto monumento dedicato ai fratelli Biondi, che si affaccia sul viale pedonale dell'area.
Armati di guanti e solvente, due componenti del collettivo di gestione del Csoa "Scurìa", allora, hanno riportato al suo splendore l'epigrafe che campeggia sotto la scultura figurativa dei più illustri partigiani foggiani e che recita: "Ai fratelli Biondi che non ancora ventenni combatterono e caddero da valorosi per la libertà d'Italia. Lotta di liberazione, Colle San Marco-Ascoli Piceno, 3 ottobre 1943". 
Esattamente a 71 anni dalla loro morte, allora, il senso della battaglia di Vincenzo e Lugi Biondi, rivive attraverso i gesti degli attivisti del Csoa "Scurìa" di Foggia (foto a cura di Maurizio Ruffini)

I FRATELLI BIONDI. Interessante, sul sito www.manganofoggia.it, la ricostruzione storica degli eventi che videro protagonisti Vincenzo (nato il 28 agosto 1924) e Lugi Biondi (7 gennaio 1927) attraverso il racconto del signor Aldo Pedretti, socialista foggiano che ora non c'è più e secondo il quale "Vincenzo e Luigi Biondi, ironici e beffardi, sono pronti a fischiettare 'Bandiera rossa' quando i giovani fascisti si recano a prendere il loro fratello maggiore, Peppino, che si rifiuta di osservare l'obbligo della premilitare o delle adunanze del partito fascista". Secondo il racconto i 2 partono verso il nord Italia con il preciso intento di partecipare attivamente alla lotta contro il nazi-fascimo, raggiungono Ascoli Piceno e lì trovano "ospitalità e comprensione". Si inseriscono "a tutti gli effetti nella formazione partigiana 'Bande Colle San Marco' al comando del capitano Tullio Pigoni e del sottotenente alpino Spartaco Perini. I due fratelli foggiani combattono valorosamente insieme a meno di 200 uomini contro le truppe tedesche, che in quello scontro (che durò tre giorni, fino al 5 ottobre) schierarono tra i 400 e 600 uomini: Vincenzo e Luigi Biondi soccombono entrambi il 3 ottobre 1943, probabilmente in località Pagliericcio, comune di Civitella del Tronto alle pendici della Montagna dei Fiori. "Li ammirai subito per il loro coraggio, per il loro elevato spirito di amor di patria e per le loro doti morali che li fecero distinguere tra i migliori partigiani del gruppo 'Bande Colle San Marco'. La loro attività in quel periodo fu senza soste, attivissimi, sempre pronti ad ogni prova, di esempio ai compagni che amavano. Sono caduti da eroi per la patria che tanto avevano amato", disse di loro il comandante Spartaco Perini.

di Redazione 


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