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Barone (M5s) esclusa dalla VII Commissione: “Metodi da dittatura”. Replica: “Quando lascia presidenza antimafia?”

Il rinnovo delle commissioni consiliari in Regione Puglia, fissato a metà legislatura, scatena polemiche tra Cinque Stelle e altri partiti in merito alla loro composizione, che vedono al centro dello scontro Rosa Barone.

LA DENUNCIA. La consigliera foggiana denuncia, infatti, l'avvenuta esclusione dalla VII Commissione “Affari Istituzionali”, quella che peraltro si occuperà di approvare la nuova legge elettorale per le prossime votazioni. Al suo posto è entrato Nino Marmo di Forza Italia: “In Consiglio Regionale – ha dichiarato - destra e sinistra hanno deciso di eliminare un componente del M5S nella ricomposizione delle commissioni del consiglio pugliese. Nel caso specifico proprio io nella VII Commissione. Questo rappresenta una violazione del regolamento senza precedenti e la nostra reazione sarà durissima”.

IL REGOLAMENTO. La protesta nasce poiché le disposizioni del regolamento del consiglio regionale prevedono che la composizione delle commissioni deve rispecchiare, per quanto possibile, la consistenza numerica di ciascun gruppo in Consiglio: il M5s conta 8 consiglieri mentre il gruppo misto ne conta 6. “Il Presidente del Consiglio regionale Loizzo - non nuovo a comportamenti dittatoriali che umiliano il ruolo di garanzia che è chiamato a ricoprire – ha invece evidenziato Barone - ha deciso deliberatamente di ignorare il regolamento del consiglio regionale e la volontà popolare, riducendo da 2 ad 1 i rappresentanti del M5S nella delicatissima VII Commissione e portando a 2 il numero dei consiglieri del gruppo misto.

LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE. La replica del presidente del consiglio regionale Mario Loizzo motiva la scelta per motivi di 'cortesia istituzionale': “La polemica del Movimento 5 Stelle sulla settima commissione mi sembra assolutamente esasperata. In questi giorni ho provato a far prevalere il buon senso. Considerate le caratteristiche della settima commissione e il rilievo istituzionale delle materie, è apparso oggettivamente giusto dare rappresentanza a tutte le sensibilità politiche, a prescindere dalla consistenza dei gruppi. Non c'è nessun obiettivo di penalizzare le opposizioni, anche perché le commissioni hanno solo poteri consultivi non deliberanti, anzi si è cercato di rafforzarle dando visibilità a tutte”.

LA COMMISSIONE ANTIMAFIA. Più duro l'attacco proveniente dagli altri partiti con un doppio comunicato proveniente dal forzista Marmo e dagli esponenti PD, Sergio Blasi e Fabiano Amati. In sostanza l'accusa è quella di “ingordigia di poltrone” e la richiesta è quella di “ripristinare la legalità in Commissione antimafia, clamorosamente violata dai Cinque Stelle”. Un evidente affondo nei confronti di Rosa Barone, attuale presidente della commissione il cui incarico, stando alle regole sulle commissioni speciali che prevedono la durata massima di un anno della presidenza, è scaduto. La consigliera Cinque Stelle d'altra parte ha precisato di aver chiesto proroga al presidente Loizzo “sino alla conclusione del testo unico per la legalità come atto di responsabilità nei confronti del lavoro fatto dalla commissione". Controreplica di Marmo: “Dal manuale A, B, C del vivere assieme. Nelle pratiche di legalità la legge non si deroga con una richiesta. La brava e seria collega Barone lasci agli ayatollah del suo gruppo la cucitura di pezze a colori”.

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di Michele Gramazio


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