Le aveva rubato il documento d’identità, costringendola a prostituirsi e consegnarle tutti i suoi guadagni. Con l’accusa di sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù, i Carabinieri della Compagnia di Foggia hanno arrestato la 33enne Liliana Mamuleanu.
IN “SERVIZIO” AL CIMITERO. Nel corso del consueto servizio organizzato per contrastare il fenomeno della prostituzione, le forze dell’ordine hanno notato una ragazza che, visibilmente scossa, piangeva a dirotto. Avvicinata dagli agenti, la ragazza ha cominciato a raccontare il suo calvario denunciando che, alcuni mesi fa, appena giunta in Italia dalla Romania aveva conosciuto a Milano una sua connazionale che l’aveva convinta a trasferirsi a Foggia per dedicarsi entrambe alla prostituzione e dividersi i guadagni.
VENTI EURO A PRESTAZIONE. Una volta a Foggia, la Mamuleanu ha sottratto il documento d’identità alla ragazza e, con la minaccia di non restituirlo,l a costringeva a consegnarle tutti i suoi guadagni (20 euro a prestazione), arrivando finanche a controllarla sul “luogo di lavoro” per verificare i suoi incassi e a chiamarla al cellulare di continuo per accertarsi dove si trovasse.
IL TENTATIVO DI FUGA. In un’occasione, la vittima aveva anche tentato di scappare, riuscendo a riprendersi il suo documento, approfittando di un momento in cui la sua aguzzina era ubriaca. Dopo poco, però, la Mamuleanu l’aveva raggiunta presso la Stazione di Foggia, sottraendole nuovamente il documento.