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Rubano auto in Abruzzo e Molise e vendono i pezzi sul mercato del riciclaggio

La base operativa in casolari agricoli di San Severo e Torremaggiore: 5 arresti

Sono accusati di furti di autovetture, ricettazione e riciclaggio le cinque persone arrestate in un’operazione congiunta dei Carabinieri di Foggia e San Severo, della Squadra Mobile di Foggia e del Commissariato di San Severo. Si tratta di Luigi Donato Colio, 40 anni, Michele Limosani, 30 anni, Aristide Carmine Mastrone, 49 anni, Giovanni Pio Orlando, 32 anni e Fabio Sordillo, 40 anni, mentre un sesto indagato è ancora ricercato.

ELEVATO NUMERO DI FURTI. I furti di numerose auto si sono verificati tra il luglio e il novembre del 2013 in Abruzzo e Molise. Durante le indagini ci sono stati numerosi servizi di appostamento che hanno consentito di identificare i rapinatori e di attribuire loro specifici fatti e responsabilità riguardo 15 furti di veicoli, e alle successive fasi di smontaggio, alterazione e rivendita.

LO SCHEMA BEN ORGANIZZATO. Il ‘modus operandi’ adottato dai rapinatori seguiva uno schema ben organizzato. I cinque, a turno e a seconda delle possibilità, si recavano in due, a bordo di una macchina ‘pulita’, nelle città abruzzesi o molisane, Termoli, Vasto e San Salvo. Poi, una volta individuato l’obiettivo, di solito auto molto diffuse sul mercato come Fiat Panda, Stilo e Delta, uno dei due si occupava del furto, mentre l’altro faceva da palo e vedetta per un eventuale arrivo delle forze dell’ordine.

I CASOLARI AGRICOLI. Dopo il furto facevano rientro a San Severo o Torremaggiore dove avevano la disponibilità di casolari agricoli che utilizzavano per lo smembramento dei veicoli. Durante il viaggio di ritorno, il soggetto con la macchina ‘pulita’ avvisava telefonicamente il complice della presenza o meno lungo il tragitto di pattuglie. Giunti nei casolari, lasciavano l’auto agli altri complici che si occupavano, nel giro di un giorno, di suddividere i veicoli in pezzi per renderne più difficile il rintraccio e per immetterli, in un secondo momento, nel mercato illecito dei ricambi, con notevoli profitti che si aggirano sulle decine di migliaia di euro.

L’AFFIATAMENTO. Il gruppo, non gerarchicamente organizzato, ha raggiunto un notevole grado di ‘affiatamento’ riuscendo a ritagliarsi un ruolo di importanza nell’ambito del riciclaggio e della ricettazione dei mezzi rubati. Inoltre, i cinque hanno commesso anche un colpo su commissione, dopo aver individuato come obiettivo un furgone con cella frigorifera.

Tiziana Cuttano

di Redazione 


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