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Santa Maria di Siponto, luce e musiche medievali per l'opera di Tresoldi

Nel weekend, inaugrata la basilica "virtuale" alla presenza di istituzioni, stampa e pubblico 

Dopo l'apertura primo pomeridiana alla stampa, e il talk-dibattito delle 17, venerdì sera si è tenuta l'accensione delle luci (foto e VIDEO di Maurizio Zaio), introdotta da musiche medievali, e sabato mattina l'inaugurazione, aperta al pubblico, alla presenza delle autorità, dei tecnici e dell'artista.

L'INAUGURAZIONE. Ha preso ufficialmente vita, questo weekend, il lavoro scultoreo-archetittonico, l'installazione dell'artista Edoardo Tresoldi, che con 7 tonnellate di reticolato metallico ha ricostruito, con un taglio tridimensionale e "virtuale",  in una simbiosi unica tra tempo, spazio, antico e moderno, la struttura originaria del corpo longitudinale della basilica paleo-cristiana di Santa Maria di Siponto, all'interno dell'omonimo parco archeologico: un'opera innovativa e molto suggestiva, finanziata con 900mila euro di fondi governativi, e a cui lo stesso sculture, Edoardo Tresoldi, insieme ad un'equipe di maestranze locali, ha lavorato per 5 mesi, ma che al contempo riveste una funzione protettiva, conservativa delle fondamenta e dei mosaici dell'antica chiesa, tra le testimonianze storiche, artistiche e architettoniche più importanti del territorio.

GENIUS LOCI. Una grande vittoria per il patrimonio culturale e turistico della città di Manfredonia, del Gargano, e della provincia di Foggia tutta, frutto della collaborazione tra la Sovrintendenza archeologica della Puglia e Segretariato del MiBact.
Eugenia Vantaggiato, segretario regionale del MiBact per la Puglia, spiega in proposito che “la coraggiosa scelta di far dialogare archeologia ed arte contemporanea rientra in una visione complessiva di paesaggio inteso nella sua complessità temporale fra testimonianze del passato e attualità del presente”.
Prospettiva tesa, come sottolinea il direttore dei lavori, Francesco Longobardi, a “restituire alla comunità il genius loci”.

L'UNIONE TRA L'ANTICO E IL CONTEMPORANEO. Un aspetto condiviso dal giovane ma già apprezzato artista, che ha accettato la sfida. “Sono stato chiamato per fare un intervento in un sito archeologico – commenta Edoardo Tresoldi – e la mia prima idea è stata quella di fondere due tipi di linguaggio, quello antico e quello dell’arte contemporanea e penso che la mia ricerca si sia sposata con quella di chi da tempo si interroga e lavora nel campo del restauro”.

UNICO EMOZIONANTE SCENARIO. A curare i testi critici del progetto Simone Pallotta, conosciuto dagli addetti al settore come una delle più competenti e sensibili personalità del nostro Paese, con all’attivo progetti come Sanba e From Street to Art. Simone ha apostrofato così l’opera: “L’opera di Edoardo Tresoldi si configura come una maestosa scultura architettura in grado di raccontare i volumi della preesistente basilica paleocristiana e al contempo capace di vivificare, attualizzandolo, il rapporto tra l’antico e il contemporaneo. Un’opera che, scardinando la secolare diatriba del primato delle arti, sintetizza due linguaggi complementari in un unico, emozionante scenario”.

di Fabrizio Sereno


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