Per i salesiani di Foggia e provincia quella del 27 settembre sarà una data da ricordare: perché vivranno un momento di incontro con il padre e maestro dei giovani, con San Giovanni Bosco. Quel giorno, infatti, in preparazione al bicentenario della nascita che si celebrerà nel 2015, l'Urna contenente le reliquie di don Bosco sarà accolta a Foggia presso la Parrocchia Salesiana ‘Sacro Cuore di Gesù’. Nell’occasione, alle ore 11, si svolgerà la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Pasquale Cristiani, Ispettore Salesiani Italia Meridionale. L’urna, compresa di basamento, misura 253 cm di lunghezza, 100 di larghezza e 132 di altezza, e pesa in totale 530 kg. All’interno è posta una statua di don Bosco simile a quella che si trova nell’urna conservata nella Basilica di Maria Ausiliatrice. Il pellegrinaggio dell’urna, iniziato nell'aprile del 2009, ha l'obiettivo di attraversare i cinque continenti passando per tutte le nazioni in cui sono presenti i salesiani.
FESTA SALESIANA “La Famiglia Salesiana da tempo si è messa in movimento perché Don Bosco possa far Sentire ai ragazzi e ai giovani di oggi il Suo grande amore di padre, la sua sollecitudine per la loro formazione umana e Cristiana, il suo impegno fattivo per prepararli a inserirsi nella Vita e nella società – ha detto don Gino Cella, direttore della parrocchia Sacro Cuore - . Finora, attraverso i vari luoghi che ha visitato in tutto il mondo, Don Bosco non ha suscitato solo entusiasmo, ma ha attirato giovani alla preghiera, alla confessione, alla Verifica della propria Vita, a porsi domande circa le scelte future”. Per questo, la Comunità Salesiana di Foggia “ha preparato un programma nutrito e dettagliato di momenti e di forme di incontro con San Giovanni Bosco, perché tutti, ragazzi, giovani, genitori, educatori, docenti, sacerdoti possano ricevere messaggi per il loro cammino e il loro impegno”.
PER LE STRADE FRA I GIOVANI Per spiegare meglio la figura del Santo, don Gino si sofferma sugli insegnamenti lasciati, sulla scommessa educativa, sull’importante lavoro di recupero dei giovani. “Era lui che si scomodava, usciva per le strade, usciva raggiungendo i posti di lavoro, i luoghi d’incontro, le case dei ragazzi e diventava un’esperienza che rinnovava il cuore”. E “come ha fatto per le strade di Torino, per le strade d’Italia sino al 1888, verrà e ci chiamerà ad uscire dalle nostre case, dalle nostre piccole misure, dalle nostre sicurezza” perché aggiunge don Gino “troppi ragazzi sono allo sbando. Troppi ragazzi nell’ozio della ricerca del senso della loro vita. Troppi ragazzi sono soli e senza la compagnia di Dio. E per questo don Bosco si muove. Per incontrare noi e rinnovarci nel dono a loro. Per chiamare altri in “quel campo dove lavorare”.