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Salvini a Foggia, la polizia sequestra il cartellone 'Orgoglio terrone': "Vietato manifestare"

Non si arrestano i casi di censura del dissenso in occasione dei comizi elettorali in cui è impegnato il ministro dell'interno Matteo Salvini in vista delle elezioni del prossimo maggio. La città di Foggia segue quelle di Salerno e di Brembate.

IL SEQUESTRO. Poco prima dell'arrivo del viceministro leghista a Foggia infatti, la polizia impegnata nel servizio di sicurezza ha sequestrato in maniera preventiva a un giovane manifestante un semplice cartellone con la scritta “Orgoglio terrone” e a nulla sono valse le composte rimostranze da parte di chi si è visto sottrarre lo slogan.

LA TESTIMONIANZA. La disavventura è capitata ad Andrea Fratta che, nel momento del sequestro, ha mantenuto la calma e non ha voluto polemizzare. “Si sono avvicinati alcuni poliziotti in borghese, non so se fossero della Digos, e mi hanno chiesto di aprire lo striscione per leggerne il contenuto” racconta. “A quel punto lo hanno sequestrato dicendomi che me lo avrebbero restituito successivamente. E così è avvenuto. Hanno ritirato il cartellone e me lo hanno ridato solo una ventina di minuti dopo che Salvini era entrato”.>

NESSUNA TENSIONE. Andrea non riesce a comprendere il perchè di quanto avvenuto “La situazione era del tutto calma” spiega. “Non vi è stato alcun motivo particolare per cui impedirmi di manifestare”. Poi sfoga la sua amarezza: “Siamo arrivati al punto che non è importante cosa ci sia scritto su uno striscione. E' importante che NON ci siano striscioni. La mia era solo una risposta pacata alle parole che il ministro ha sempre rivolto alla gente del sud. Perché a lui è concesso dire frasi come "i giovani del mezzogiorno vadano a fan...." e a me non è concesso rispondergli così?”.

I PRECEDENTI. La storia degli striscioni sottratti si arricchisce, dunque, di un nuovo episodio. Lo scorso 7 maggio a Salerno, agenti della Digos erano entrati in casa di una signora che aveva concesso all'Arci di appendere al suo balcone lo slogan “Questa lega è una vergogna” e avevano rimosso il telo. Qualche giorno dopo, a Brembate, i vigili del fuoco avevano dovuto impiegare un proprio mezzo per rimuovere con una scala un altro striscione con la scritta “Non sei il benvenuto”. Ora il caso di Foggia che assume contorni ancora più foschi. Si offende qualcuno dichiarandosi orgogliosamente terroni?
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di Michele Gramazio


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