IL PRECEDENTE. Così Matteo Salvini viene a Foggia ancora una volta, più forte dell'ultima, in cerca di un riconoscimento definitivo al sud. “La storia, l'ultima volta, è andata diversamente. Il 15 maggio 2015, a Foggia – evidenziano le associazioni -, Matteo Salvini fu contestato da centinaia di persone all'uscita del suo albergo, dopo aver vomitato il suo odio per gli immigrati (purtroppo a Foggia quello per i terroni non avrebbe sortito l'effetto voluto). Chi lo ha contestato voleva dare un segnale: non era a Salvini che volevano parlare, ma a tutti gli altri. Volevano dire che Foggia non può essere la città dei Salvini, dei Landella, degli Splendido; che Foggia è una città meticcia, meridionale, contadina: non xenofoba, non razzista. A seguito dell'atto terrorista e violento del lancio di uova, quelle persone sono state caricate dalla forza pubblica. Una risposta un po’ sproporzionata, considerando che quello nel cinema parlava di ruspe. 32 di quelle persone, a distanza di due anni, sono state condannate senza processo a 4 giorni di carcere, convertiti in 1000 euro di ammenda a testa. Condanne nel pieno stile delle politiche di chi si considera un argine ai populismi come quello di Salvini, quelli che con i decreti Minniti-Orlando hanno dichiarato guerra ai poveri e al dissenso. Quelli che usano i fogli di via e il DASPO urbano per tutelare il decoro, strumenti ornamentali per città abbandonate a sé stesse. Non stupisce che questi stessi strumenti siano usati e apprezzati dallo stesso sindaco dottor Landella, antigovernativo finché gli piace, che con l'ultima ordinanza ha conseguito un grande risultato di civiltà nel multare una donna di mezza età che sostava sulle scale di un portone. Ma la cronaca non è abbastanza. Come studenti e come cittadini, non possiamo permettere che la nostra città continui ad essere strumentalizzata per un pugno di voti, in un contesto in cui la disoccupazione è alle stelle, i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. Per rispondere allo sfruttamento del nostro territorio non possiamo permettere compromessi con chi ne è l'artefice. Esprimiamo solidarietà ai condannati, e ribadiamo il loro messaggio: i razzisti e gli xenofobi non devono avere nessuno spazio nella nostra città”.
Guarda. Lancio di uova, la polizia risponde con una carica. Ferita una ragazza