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Sario Masi: È un Foggia senza più sentimenti"

Conferenza d'addio dell'ex direttore generale che lancia il suo erede: "La persona giusta è Beppe Di Bari"

“Lascio perchè lo spirito all'interno della società non è più quello con cui si è partiti. Fino a poco tempo fa, ad unirci era la passione condivisa per i colori rossoneri, ora c'è la visione miope della maggioranza contro la minoranza”.

"TUTTO NACQUE A BENEVENTO". Sario Masi, a una settimana dalle dimissioni dalla carica di direttore generale del Foggia calcio srl convoca la stampa per mettere in chiaro i motivi alla base della sua scelta: “Si tratta di una decisione maturata da tempo – svela - se devo indicare un momento preciso dico l'intervallo di Benevento-Foggia quando, con la squadra sotto di due gol, diversi soci erano già pronti a dare il benservito a De Zerbi e si arrivò quasi allo scontro fisico”.
"SERIE DI DELEGITTIMAZIONI DELLA MIA PERSONA". È un fiume in piena l'ex direttore generale che sceglie di ripercorrere tutti i momenti della sua esperienza nel Foggia a partire dal fatidico 27 luglio 2012 quando con Annarelli, Amodeo, Severo e Suriano costituì l'Acd Foggia Calcio compiendo il primo passo verso il salvataggio del titolo. Lo fa senza montare ulteriori polemiche “Chi si aspetta una conferenza stampa da tribunale d'inquisizione resterà deluso” ma decidendo di rendere pubblici alcuni retroscena considerati segnali di mancanza di fiducia nei suoi confronti. Cita “una serie di momenti di denigrazione e delegittimazione personale davvero censurabili come le critiche per la mia presenza a Milano per il calciomercato come vacanza-premio quando la presenza del direttore generale è fondamentale per instaurare trattative convenienti per la società” o come “il rifiuto della società di pagarmi l'albergo a Cosenza quando è il minimo sindacale per un direttore generale seguire in trasferta la squadra”.
DELUSO DA LO CAMPO E VERILE. Pur senza mai citarli direttamente, i destinatari del messaggio di Sario Masi sono quei soci che ritiene responsabili della situazione di stallo in società, la famiglia Lo Campo e il presidente Verile. “C'è chi studia da apprendista direttore generale – dice ironicamente - e chi pensa troppo a godere dell'esposizione e della visibilità che assicura il Foggia. Nel frattempo – prosegue il direttore uscente - si compie l'errore più grave di avere una concezione padronale della società che va contro i principi basilari di qualsiasi oculata gestione aziendale, come dimostra il fatto che i posti all'interno dell'organigramma sono distribuiti secondo il migliore manuale Cencelli. Il fattore vincente di questi due anni è stato invece quello di far prevalere sempre i sentimenti e i risultati ci hanno dato ragione”.
LA SQUADRA DA FORMULA 1, LA SOCIETA' DA FORMULA 3. Un cambio di rotta e una serie di decisioni incomprensibili (come ad esempio quella legata al benservito a Zingarelli considerato inizialmente “uomo di Masi”) che, a suo giudizio, "hanno causato litigiosità continua ma soprattutto una situazione di stallo in società tanto che il futuro è più incerto e il brand Foggia calcio ha ora meno appeal: sono diminuiti gli abbonamenti rispetto ai 1300 della serie D e alcuni imprenditori che erano pronti ad entrare, restano ora alla finestra”. Nessun passo inoltre "è stato fatto per investire sul vivaio e sulle strutture, unica forma di programmazione a lungo termine. Tutto ciò ha fatto sì che se la prima squadra viaggia al ritmo di una Formula 1, la società gareggia in Formula 3". 
"IL MIO EREDE E' DI BARI". Nonostante questo – ha infine concluso Masi – continuo a tenere al progetto e da tifoso farò di tutto per supportarlo. Mi permetto per esempio di dare un suggerimento sul mio sostituto: la soluzione è in casa, si chiama Beppe Di Bari che ha dimostrato capacità, onestà e attaccamento ai colori rossoneri”.

di Redazione 


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