Satira. Cronaca semi-seria di un Foggia-Verona giocato alle 12.30: tra spettatori non guardanti, gol mangiati e mogli rimaste a casa in dolce compagnia
Questa settimana è venuto il premier Conte a Foggia e sono successe un sacco di altre cose, ma come sempre il fulcro è stato Foggia-Verona e stavolta la rubrica satirica la dedichiamo alla partita.
LA FRASE CHIAVE. Dopo 15 minuti il Verona passa in vantaggio. L'umore dei tifosi è tutto racchiuso in una frase urlata da un tizio due o tre file davanti a me: “V'dit che avita fa, è l'un men nu quart e fazz angor attimb a iè a cas a magnà” ( traduzione per google: "vedete che dovete fare, è l'una meno un quarto e faccio ancora in tempo ad andare a casa a mangiare"). Sarà la svolta del match.
PREMESSA. Premetto che della partita ci ho capito poco. Avete qualche amico che preferisce non guardare i rigori? Ecco, il mio vicino in Curva Sud, un elegante signore di mezza età che fino a ieri non conoscevo, ogni volta che il Foggia si avvicinava all'area di rigore preferiva non guardare. E poi mi chiedeva di spiegargli cosa era successo, e perchè Iemmello non aveva passato o Galano aveva tirato rasoterra. Inzò, ho provato il brivido di fare una specie di radiocronaca per una sola persona. Tipo quelli che vanno allo stadio con un amico cieco, solo che il mio lo diventava solo nelle azioni pericolose. Quando Iemmello ha sbagliato il rigore la prima cosa che ho pensato è stata “e mo chi glielo spiega a questo?”.
I CAMBI. E comunque, come capii quando frequentavo la tribuna stampa, già di pallone ci capisco poco, se poi durante la partita devo pure distrarmi per fare altro diventa davvero complicato. Per esempio: io i due cambi di Padalino nel recupero mica li ho capiti. Anzi, se qualcuno avesse una spiegazione lo faccia pure in un commento...
IL PRIMO TEMPO. Ma torniamo a noi. Siamo al 15', Pazzini pare Cristiano Ronaldo, Padalino si agita, le curve sono nervose, le uniche persone rilassate in tutta la città sono le mogli dei tifosi rimaste a casa con gli amanti. Il Foggia prova a reagire ma di tiri in porta se ne vedono pochi, alla mezz'ora Zambelli mette una palla in mezzo senza troppa convinzione, un difensore interviene con ancor meno convinzione e liscia la palla, per Mazzeo è un gioco da ragazzi segnare il gol dell'1-1. I rossoneri iniziano a credere in se stessi, o forse si convincono che i veronesi sono più scarsi di loro, e provano a passare in vantaggio. Ma Noppert va in difficoltà su una palla alta, che vista la sua altezza è come se Rocco Siffredi andasse in difficoltà di fronte ad una bella donna, e respinge giusto davanti a se, un pallone così facile che lo metterebbe in rete anche un calciatore coreano, e infatti segna Lee.
IL SECONDO TEMPO. Nell'intervallo la Curva pare la Pasquetta: la gente tira fuori panini, piatti pronti, thermos di caffè. Abituarsi alle partite alle 12.30 è troppo complicata per i foggiani. Me compreso ovviamente. La partita ricomincia, nel Foggia ci sono ancora molte cose su cui lavorare, ma si inizia a vedere qualcosa. E anche dagli accenni di rissa in campo si capisce che Agnelli & C. non ci stanno proprio a perdere. Al 13' Iemmello segna ma dopo che era già partita la musichetta dello Zaccheria l'arbitro annulla per fuorigioco. Poco dopo c'è l'occasione per rifarsi: rigore per noi, il Re prende la palla sicuro di segnare. E non solo se la fa parare, ma sbaglia pure il tap-in di testa. Inzò, la classica mazzata che farebbe finire il 2018 con la squadra in 9 e il pubblico che tira oggetti in campo. E invece no, il Foggia non si disunisce e continua a giocare. Gerbo dal limite segna un gollacchione all'incrocio, il veronesi sono stanchi, Galano ha l'occasione del 3-2. Ma siamo a Foggia nella vita reale e non in un film americano, e la rimonta non si completa. Ve bene lo stesso. Ora ci sono la lunga pausa e il calciomercato, ma c'è soprattutto un capodanno a da festeggiare. Auguri uagliù.
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