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#Satira The Day After #Sleghiamofoggia, cronaca semi-seria della manifestazione

Da Landella/Calibano alle ragazze al megafono cinese

Sulla manifestazione di ieri ormai sapete tutto, avete visto le foto, i video, letto i commenti e le analisi politiche. Ne hanno parlato tutti, a sto punto mi sento autorizzato a farlo anche io...

TRECENTO. Arrivo, lego la bici, raggiungo i colleghi, una giornalista dice che siamo 300. Come gli spartani alle Termopili. Che sono morti. Come quelli della Spigolatrice di Sapri. Che sono morti pure loro. Tocco ferro. Oh per fortuna sta arrivando un altro gruppetto, mi sa che ora siamo di più.

CALIBANO. A proposito di citazioni dotte, un tizio aveva un cartello che iniziava con la scritta “LANDELLA CALIBANO”. E che significa? Abbiamo iniziato a chiedere ai colleghi più colti, quelli che hanno fatto le scuole classiche. E niente. Forse voleva scrivere talibano. O forse  una via di mezzo tra talibano e Califano. E che è, uno canta le canzoni romantiche alle donne che hanno il burqa? Alla fine scoprirò che è un personaggio di Shakespeare. Ma voi leghisti ce li avete dei miltanti così colti?

LA SVOLTA. Mi si avvicina il decano dei giornalisti. Non lo vedo convinto. Qua la situazione è complicata, mi dice. Eh sì, gli rispondo, non capendo se si riferisce alla manifestazione o alle elezioni regionali. Per vincere servirebbe una svolta. Si, una svolta. Allora forse intende le regionali. Tipo prendere Messi. Ah, intendevi quello? In effetti. Gli interisti pensano a solo a due cose. Una è il pallone.

LE BELLE RAGAZZE. Riguardo l'altra invece c'è una novità. Foggia è questa, partecipo alle manifestazioni da una ventina di anni e siamo più o meno sempre le stesse persone. Avete presente quei parenti che incontri solo ai matrimoni e ai funerali? Ecco, ci sono amici che incontro solo alle manifestazioni. Stavolta però è diverso. Ci sono più donne, e anche più ragazze. Alcune anche molto carine. Vuoi vedere che per battere la Lega ci vogliono le donne? Nel caso mi propongo come addetto stampa del movimento. Ho già lo slogan: “LA F**A NON SI LEGA”.

IL MEGAFONO. Un ragazzo prende il megafono e inizia a parlare. Deve essere cinese. Il megafono, non il ragazzo. L'audio è troppo basso. Per farsi sentire un po' da tutti si muove, parla camminando. In pratica così ognuno sente solo quando il ragazzo passa davanti a lui. Alla fine toccherà fare un gruppo whatsapp per mettere insieme le frasi e capire che voleva dire. Io ste cose non le capisco. La sinistra ha i fondi neri della Russia, delle Cooperative Rosse, di Soros, di Bill Gates e di tutte le altre lobby... E non ha i soldi per comprare un megafono buono? Se ci fosse stata la destra avrebbero montato un impianto che manco i concerti di Sant'Anna...

FOGGIA NON SI VENDE. Il cartello dice “Foggia non si vende”. O almeno, aggiungerei io, se proprio dobbiamo venderci decidiamo noi il prezzo. E soprattutto i soldi dovrebbero andare a noi. Senò che vendita è? Alzo gli occhi verso il comune. Doveva esserci la bandiera della Lega sul campanile. Non solo non c'è la bandiera, ma non c'è neanche il campanile, vedo solo una torre. Forse c'era e l'hanno borbandato.

I COMMENTI. Ho letto i commenti sui social. Ehi, c'è uno che ha la mascherina un po' abbassata sul naso, un altro che non la indossa in modo simmetrico. Vagli a spiegare che Salvini l'ultima volta che ha messo la mascherina era per vestirsi da Zorro alle elementari. E poi perchè non avete protestato contro i problemi seri? Contro lo sfruttamento dei lavoratori agricoli, o contro le bombe. L'amm fatt signò, solo che tu non lo sai perchè quel giorno stavi vedendo Il Grande Fratello. E poi perchè non andate a lavorare. E tu che hai messo 42 commenti di scherno dal computer dell'ufficio, perchè non ci vai pure tu?

di Sandro Simone


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